La galleria Emmeotto il 5 marzo presenta la personale di Paolo Consorti, Rebellio Patroni, a cura di Lorenzo Canova. Come suggerisce lo stesso titolo, la nuova serie di opere dell’artista marchigiano esprime desiderio di uguaglianza, solidarietà, carità e tolleranza attraverso la provocazione visiva.
Protagonista un vero e proprio battaglione di santi che assumono un valore nuovo rispetto al passato, conservando però il loro ruolo originario di testimoni di una protesta pacifica contro la lotta violenta. Paolo Consorti per la mostra presso la galleria romana propone una serie di fotografie inedite, ribadendo la sua originale sintesi di tecnologia e manualità. Un nuovo progetto basato su una densa fusione tra la tradizione culturale, religiosa, antropologica e artistica italiana e la contemporaneità di un linguaggio che unisce l’interpretazione del passato e del presente in una visionaria e futuribile capacità di immaginazione e di rappresentazione.
Consorti ha operato una scelta radicale con una acuta forza di riflessione che nella sua severità e nel suo legame con le nostre radici arriva a essere quasi provocatoria nella sua ricreazione e rivitalizzazione delle immagini dei santi e martiri patroni delle città italiane da nord a sud inserite in un contesto attuale che dona un senso del tutto nuovo alla loro presenza. I santi di Consorti intendono ridare metaforicamente energia alle antiche virtù che hanno rafforzato e congiunto l’Italia nelle sue tante differenze regionali: un messaggio di unione dunque in occasione dell’anniversario dei centocinquanta anni dell’Unità d’Italia.
Le figure dei patroni assumono il ruolo di protagonisti simbolici di una storia comune che nella loro scelta di vita affermano valori morali e spirituali contro l’arroganza del potere e di una concezione del mondo legata solo al profitto e al sopruso. La presenza dei santi che ritornano a vivere e ad agire testimonia l’efficacia degli ideali millenari del cristianesimo delle origini che comportano il sacrificio, la saggezza, la lungimiranza e soprattutto il martirio. Così in questo progetto è proprio il martirio a ritrovare significato come segno comune che raduna persone di epoche, provenienze e storie diverse.