Sabato 12 marzo alle ore 18 sarà inaugurato il nuovo progetto editoriale ed espositivo della galleria romana CO2. L’intero progetto, ideato da Giorgio Galotti, Gianni Garrera, Giuseppe Garrera e Francesco Napolitano, possiede nel suo genere l’unicità di servirsi di contenuti e materiali selezionati su un tema dato per la composizione di una rivista che sia interamente e in modo pregnante di razza visuale. Il manifesto del progetto, riportato sulla copertina di ogni singola copia, serve a regolare e avviare un processo nuovo di creazione per l’artista, coinvolgendolo in un esercizio obbligato di elaborazione del tema proposto.
I contributi selezionati per la rivista, reperiti da fonti storiche ricontestualizzate, convivono e sono messi in relazione con gli interventi sviluppati dagli artisti coinvolti. Il corpus che si viene a formare tende a scandire un dettato visivo che opera dalla prima all’ultima pagina. Durante il periodo espositivo tutti i contributi originali, rigorosamente realizzati o selezionati entro il formato massimo della rivista, ovvero 28×22 cm, saranno visionabili a parete.
Manifesto
Questa rivista nasce da due convinzioni e due ideali.
La convinzione di voler ridurre a nulla la parte scritta, non per mortificare la parola, ma affinché sia essenziale ed esibisca la virtù della necessità e l’essenzialità di un’unica enunciazione.
La convinzione che anche le immagini siano purificate il più possibile, che non siano squisite, né appaganti. Il loro servizio deve essere edificante, non seducente.
L’ideale è che gli artisti possano utilizzare questo progetto come un esercizio di rinuncia e di inaridimento visivo, per questo si richiede loro di comporre lavori disciplinati e scarni, secondo criteri di severità, laconicità e obbedienza al tema.
L’ideale è che regalando questa rivista, senza chiedere nulla in cambio, senza inserire pubblicità, attenendoci esclusivamente a quanto annunciamo in copertina, i lettori siano disposti a leggere le immagini con sincera attenzione. La rivista non è a scopo di lucro, perché con essa è stata già comprata la possibilità di esprimerci.