Come si evolverà l’arte contemporanea nei prossimi venti anni? sembrerebbe la domanda del secolo ma è sicuro che in molti vorrebbero avere la risposta giusta per imbrigliare il mercato o semplicemente per scrivere un illuminante trattato. Ovviamente l’arte cammina di pari passo con la tecnologia ed è innegabile che le nuove scoperte nel campo dell’elettronica potrebbero dar vita a nuove metodologie e nuove estetiche che noi neanche immaginiamo, non si parla di digital art ma di qualcosa di molto più articolato.
Possiamo però tirare alcune somme in base ai trend di questi ultimi anni e stilare un’ipotetica lista delle caratteristiche salienti dell’arte del futuro. La pittura figurativa ad esempio è in grande difficoltà, non è escluso quindi un sostanziale ritorno all’astratto da cui potrebbe partire in seguito una corrente, in netta contrapposizione, qualcosa che in sostanza miri a minare il concetto stesso di immagine. La struttura della galleria d’arte privata potrebbe ricalcare quella del franchising, come già lascia intendere l’invasione a tutto tondo dei grandi brands come Gagosian. Le opere, specialmente le installazioni, tenderanno all’imperfetto e al temporaneo, in una sorta di ritorno alla Land Art (non necessariamente legata all’ambiente). Il sistema-mercato canonico potrebbe essere affiancato da un controsistema underground con eguali poteri decisionali, questa rivoluzione potrebbe essere in parte guidata dal popolo di internet tramite social media. Più dell’80% dell’offerta artistica contemporanea sarà fruita tramite internet, così anche la produzione. Il mezzo video occuperà gran parte della scena, questo potrebbe creare una saturazione ed un calo di interesse nella video arte.
Ad inizio articolo si parlava di frontiere oltre la Digital Art, ebbene forse le nanotecnologie e la bionica offriranno nuovi spunti, provate inoltre a pensare ad oggetti che si manifestano all’interno dello spazio espositivo invece dei chilometri di cavi, degli speakers e dei computers che oggi popolano le mostre di new media o arte multimediale. Del resto già esistono stampanti in grado di produrre oggetti tridimensionali. Anche inchiostro elettronico, robots virtuali e scambio d’identità potrebbero rappresentare il futuro. Sempre più aziende investiranno su di un singolo artista per un sostanziale ritorno d’immagine, il divario arte, moda e spettacolo potrebbe assottigliarsi. Infine tutto quello che avete letto potrebbe non accadere mai.
Micol Di Veroli