Torna alla galleria The Flat di Massimo Carasi, dopo il successo dei precedenti appuntamenti, Michael Bevilacqua con la personale Catastrophe Ballet, che comprende inoltre una collaborazione inedita con l’artista californiano Dean Sameshima. Il titolo con cui l’artista americano sceglie di chiamare la propria mostra milanese è lo stesso del capolavoro, datato 1984, della band gothic californiana Christian Death. Alle atmosfere cupe e nervose di questo disco si ispirano, infatti, i nuovi dipinti, percorsi dalla solita carica iper-pop venata però da una malinconia che sa farsi anche, a tratti, minacciosa.
L’immaginario culturale contemporaneo viene gestito e manipolato sapientemente, sia come repertorio sia come tavolozza stilistica: serigrafie dal sapore punk, inserti di vernice spray, citazioni (X-Men, Yr Mangled Heart , dal singolo dei Gossip, i Ministry che a loro volta dètournano i Pink Floyd in Dark Side of the Spoon, ecc.) e frammenti testuali compongono una stratigrafia della cultura visiva più familiare. E al tempo stesso più straniante. Le pareti della galleria ospitano ampi dipinti – alcuni in scala quasi monumentale – che riuniscono e fondono la sostanza di cui sono fatti i sogni, e gli incubi, del mondo occidentale all’alba del XXI secolo. Un’apocalisse gioiosa e gloriosa.
La contrapposizione tra concetti, simboli e livelli di lettura è, del resto, l’interesse principale di Bevilacqua. La contraddizione marcata, cioè, tra una linearità in apparenza rassicurante e gli aspetti più ambigui e indecifrabili della natura umana (lo stesso titolo, Catastrophe Ballet, è programmatico nel senso degli opposti che si attraggono irresistibilmente). Si tratta perciò di una mostra complessa e articolata, che sviluppa nei due ambienti della galleria un confronto di spazi, di visioni, di attitudini. Il seminterrato, infatti, presenta un progetto concepito e realizzato per l’occasione in collaborazione (featuring: ancora e sempre, un richiamo al mondo della musica pop) con Dean Sameshima, intitolato In Passing.
L’ambiente realizzato per l’occasione è in netto contrasto con l’aspetto luminoso e arioso dell’esposizione al piano terra, e rappresenta un’indagine radicale, disturbante del ‘lato oscuro’. caratterizzata da una spiccata attenzione per gli elementi legati alla teatralità e all’esibizionismo. Le spille da balia serigrafate su fondo nero di Sameshima, vere icone del punk, tappezzano e connotano un habitat fortemente impregnato di cultura gay e di nostalgia, entrambe ammantate del fascino esercitato dal proibito (figura ricorrente è qui l’outlaw, il fuorilegge, reso al tempo stesso indistinguibile dai tutori dell’autorità e dell’ordine). Sul pavimento coperto da un intervento dei due artisti, sono disposte alcune opere tridimensionali dello stesso Michael Bevilacqua, che richiamano un immaginario fetish e fantascientifico. Tutto il progetto è un inno alla filosofia DIY (Do It Yourself), che accomuna i due autori e gran parte della produzione culturale più interessante e innovativa degli ultimi decenni.
L’unione tra la mostra e il progetto speciale, concepiti come due riflessi di un’unica attitudine, rende bene l’idea di un’arte scissa tra euforia e hardcore, tra familiare e perturbante, tra passato e futuro.
dal 10 marzo al 7 maggio 2011
inaugurazione il 10 marzo alle ore 18.30