Evento a Roma: Robert BARRY ritorna anche fisicamente dopo più di dieci anni nella Capitale con la personale Golden Words alla galleria Giacomo Guidi & MG art (dal 25 marzo). L’artista statunitense, anticipatore e principale esponente dell’Arte Concettuale insieme ai suoi compagni di percorso Joseph Kosuth, Lawrence Weiner e Sol LeWitt, propone una serie di iscrizioni parietali che invadono l’intero ambiente espositivo: parole, concetti ed espressioni di color oro che si relazionano al vuoto e allo spazio che li circonda.
L’interesse
di
Barry
è
incentrato
alla
“spazializzazione”
delle
parole. I
termini
utilizzati
sono
ricavati
da
una
lista
di
circa
200
vocaboli
a
cui
l’artista
fa
continuamente
riferimento,
ma
che
tra
loro
non
hanno
nessun
legame
sintattico e
non
lasciano trapelare
nessun
tipo
di
significato.
Le
parole
dorate
sono
semplici
segni
visivi
che
irrompono
in
questo
caso,
tra
le
candide
pareti della
GUIDI
&
MG
ART.
Quasi
in
contemporanea
(dal
22
marzo)
Barry
ripropone
un
intervento
parallelo
alla
galleria
Artiaco di
Napoli
con
la
mostra
Troublesome,
dove
le
parole
saranno
color
argento.
Da
ricordare
il
suo
intervento
del
2006
a
Napoli
dove
ha
realizzato
la
stazione
della
circumvesuviana
di
Acerra.
Robert
BARRY
nasce
a
New
York
nel
1936.
Introducendo
le
premesse
che
saranno
ulteriormente
sviluppate
dall’Arte
Concettuale,
a
partire
dagli
anni
sessanta,
fa
del
linguaggio
lo
strumento
principale
del
suo
lavoro.
La
sua
ricerca,
condivisa
con
Lawrence
Weiner e
John
Baldessari,
è intenzionata
a
ridurre
l’oggetto
artistico
a
segno
minimale,
soprattutto
attraverso
la
parola,
ed
operare
quindi
una
smaterializzazione
della
fisicità
tradizionale
dell’arte.
Esemplare
la
mostra
del
’ 69
alla
galleria
Art
Project
di
Amsterdam,
sulla
quale
porta
era
affisso
l’avviso
(lì
opera
d’
arte!)
che
l’esposizione
rimaneva
chiusa
per
tutta
la
durata,
con
la
Galleria
effettivamente
chiusa.
Il
suo
lavoro
è stato
esposto
alla
mostra
Information
al
MOMA di
New
York
nel
1970,
alla
mostra
Contemporanea
a
Roma
e
alla
Biennale
di
Venezia
1972,
al
Centre National
d’Art
Contemporain
in
Francia
nel
1989.
La
Kunsthalle
Nurnberg
in
Germania
e
la
Aargauer
Kunsthaus
in
Svizzera
gli
dedicano
una
retrospettiva
nel
2003.