I numeri parlano chiaro, la Cina, dopo la veloce conquista del mercato industriale e l’avvento dei nuovi ricchi in patria è stata incoronata regina del mercato dell’arte contemporanea. La prestigiosa piattaforma Artprice ha infatti redatto un’analisi di mercato che vede la Cina al primo posto della classifica 2010 con il 33% delle vendite globali d’arte. Dietro la Cina ci sono gli USA con il 30% ed il Regno Unito con il 19%.
Questo entusiasmante primato viaggia però di pari passo con quello della repressione al libero pensiero. Rappresaglie contro artisti (primo fra tutti Ai Weiwei) e demolizione di studi sono all’ordine del giorno. Che dire poi della decisione presa dalla dirigenza della ultima Beijing 798 Biennale che ha deciso di vietare tutte le opere aventi per soggetto principale il terremoto di Sichuan. Sarebbe inoltre importante citare il fatto che in Cina non è possibile pronunciare la parola “Protesta” al telefono, altrimenti le autorità governative sono autorizzate a chiudere immediatamente la chiamata. Inoltre Google è altamente limitato e la parola “Freedom” (libertà) in inglese è stata addirittura bandita dalle liste di ricerca. Pensiamo a tutto questo mentre ci complimentiamo per i risultati di questa nazione.