Quando il mondo della cultura made in England si arrabbia (per non pronunziar altre parole) lo fa sul serio. Come già anticipato in altri nostri articoli, il governo britannico ha proposto di rialzare le tasse universitarie annuali a circa 14.000 dollari (9.000 sterline circa). Ovviamente gli studenti di tutto il Regno Unito si sono subito opposti a questa incredibile e sfrontata richiesta ma la loro protesta è stata in queste ultime ore rilanciata da altre figure di spicco. Un gruppo di 90 tra artisti visivi, musicisti ed altre figure creative della Union Jack si è infatti unito alla sommossa popolare, portando nuova linfa a sostegno di una causa che ci sembra più che giusta.
Tra i magnifici 90 svettano i nomi degli artisti Damien Hirst, Marc Quinn e Rachel Whiteread, dei musicisti Mick Jones (Clash), Bobby Gillespie (Primal Scream), Nick Rhodes (Duran Duran) e dei fashion designers Stella Mc Cartney e Lily Cole. Il bello è che i magnifici 90 non hanno solamente cercato di dare un aiuto morale ai giovani studenti ma si sono offerti di pagare le multe di questi ultimi al grido di “Can’t pay your fees? We’ll pay your fines!” (non potete pagare le rette? noi pagheremo le vostre multe!), incitando così i giovani ad una sana disobbedienza nei confronti di uno stato ladrone. La rivolta è stata lanciata da Jake e Dinos Chapman, meglio noti come Chapman Brothers, che avevano denunciato l’intera “zuppa inglese” su alcune interviste comparse su magazine d’arte contemporanea. In seguito Dinos aveva scagliato una pesante invettiva contro Tracey Emin, colpevole di essersi “venduta” al governo e di appoggiare in pieno le scelte di David Cameron in cambio di sovvenzioni e favori.
Dinos Chapman aveva rivolto simili accuse a molti artisti della Young British Artists. Oggi però Damien Hirst, Marc Quinn e Rachel Whiteread, vale a dire ben tre esponenti di questa corrente hanno smentito con i fatti tali affermazioni. Vediamo come risponderà il governo britannico a questo agguerrito e pericoloso affronto.