A dire la verità Liz Taylor, venuta a mancare solo pochi giorni fa, oltre che otto mariti, (come tutti i giornali sottolineano), ha preso anche due Oscar. Il primo per il film Venere in visione del 1960 e il secondo per Chi ha paura di Virginia Wolf? nel 1966.
Il film di Mike Nichols è tratto da un dramma teatrale che ha debutatto a Brodway nel 1962. A quanto ne so, l’unica opera di successo del drammaturgo Edward Albee. Il titolo: Who’s afraid of Virginia Woolf? Nasce da una storpiatura che i due protagonisti fanno della canzoncina per bambini Who’s afraid of the big bad wolf? Chi ha paura del grosso lupo cattivo. Nulla apparentemente a che vedere con la scrittrice.
In verità le chiavi di lettura sono tante, i due protagonisti Richard Burton e Liz Taylor coppia in crisi, giocano un gioco della verità drammatico, introspettivo, continuo, che pare una rappresentazione onirica della loro stessa realtà. Il dubbio continuo è che invece il gioco giocato sia l’unica realtà. Due ospiti più giovani giunti all’abitazione della coppia sembrano la proiezione giovanile dei due, o almeno la loro variante fresca e quasi ingenua. Completa la scena surreale un bambino immaginario che il protagonista Richard Burton minaccia continuamente di far morire. Dato che nel gioco ogni cosa detta equivale a realtà dire “è morto” equivarrebbe infatti a eliminarlo dal gioco. Si completa così in chiave di vero e falso il quadro quasi psicotico e psicanalitico del dramma di coppia, i protagonisti mostrano come talvolta giocare coi sentimenti possa essere l’unica faticosa realtà nel mondo faticoso e periglioso che li vede insieme, amarsi e odiarsi. Una interpretazione di entrambi magistrale, commovente, toccante, in una storia che lascia emozionalmente irrimediabilmente colpiti.