Futurismo, Dadaismo, Espressionismo Astratto, Minimalismo, Vorticismo, Optical Art e chi più ne ha più ne metta. Movimenti ed avanguardie che hanno scritto intere pagine di storia dell’arte contemporanea. Gruppi creativi organizzati che si fondavano sull’unità di estetiche ed intenti per stravolgere consuetudini e manierismi. Va detto che molti di questi movimenti si sono formati in maniera naturale od attraverso la “forzatura” del manifesto, altri sono stati costruiti ad arte come il Nouveau Réalisme di Pierre Restany o la Transavanguardia di Achille Bonito Oliva, altri ancora come la Pictures Generation sono stati catalogati e nominati dalla critica postuma. Ma c’è ancora posto oggi per un nuovo movimento od un’agguerrita avanguardia?
Probabilmente si ma in questo momento è cosa assai ardua. Del resto di nuove tecniche e nuove correnti ne abbiamo avute parecchie basti citare la Net art e parlando di movimenti la Young British Artists. Il nuovo millennio è però un territorio aspro ed impervio, dove regna un profondo individualismo e gran parte della creatività emergente si lascia confondere dalle sirene del revisionismo. Si passano in rassegna stilemi noti ed estetiche ampliamente sviscerate, si modificano idee altrui e si cerca di dare nuovo senso a ciò che non dovrebbe averne. E’ stato forse il New Conceptualism un punto d’approdo definitivo, l’equivalente in arte del silenzio cagano in musica. Ma tutto questo è vero soltanto per metà, con il progresso tecnologico possono sempre sorgere nuove forme creative. A pensarci bene, in questo esatto momento storico sussistono delle correnti artistiche infarcite di post-modernismo, vale a dire che non dichiarano guerra al moderno e non tentano di superarlo.
In questo rimpasto di New Conceptualism è quindi possibile ravvisare le tracce di quelle pseudo neoavanguardie di cui tanto abbiamo parlato in passato. Ikea Art, Documentarismo, New conceptualminimalism. Chiamateli come volete questi nuovi comportamenti, il meccanismo è sempre quello di raccogliere immagini, raccogliere oggetti, raccogliere storie ed assemblare il tutto su di una striscia atemporale, oppure ricostruire un avvenimento certo. Dopo tutte queste sperimentazioni su forme ed immagini, sarebbe forse giunto il momento di negare le stesse, levigando con forza la nostra lucidità e la nostra follia.
Micol Di Veroli