La risposta della Cina alle tante voci di protesta contro la surreale vicenda Ai Weiwei è arrivata proprio in queste ultime ore e stiamo parlando di dichiarazioni scioccanti. “Gli Stati Uniti devono smetterla di interferire con quello che succede nelle altre nazioni” queste le parole del ministro degli esteri Hong Lei apparse in un comunicato diramato lo scorso sabato.
Le dichiarazioni del ministro giungono dopo un vero e proprio polverone sollevato da numerose associazioni governative a difesa dei diritti umani e dal popolo della rete. La Cina sbatte quindi la porta in faccia al mondo intero, un mondo fatto non solo di artisti e creativi ma di persone che da sempre lottano per la difesa dei diritti umani. Weiwei è stato arrestato lo scorso 3 aprile per “reati economici” non ben specificati, la notizia è giunta dopo oltre 4 giorni di sospetto silenzio delle istituzioni cinesi. Ricordiamo che il nome di Weiwei si aggiunge ad una lista nera di oltre 24 attivisti, artisti, blogger e altre figure che da ormai molte settimane sono tenute in ostaggio dal governo con l’accusa di istigazione alla sovversione, vale a dire lo stesso reato attribuito al nobel per la pace (2010) Liu Xiaobo, condannato a 11 anni di prigione. Noi non vogliamo un’altra stagione dei desaparecidos e sappiamo benissimo che spesso e volentieri i detenuti subiscono le peggiori angherie.
Lo stesso Weiwei nel 2009 fu colpito duramente al cranio e tenuto prigioniero in una stanza d’albergo dalle forze dell’ordine. L’artista doveva comparire come testimone al processo contro il dissidente Tan Zuoren, l’attivista accusato di istigazione alla sovversione contro il potere statale. Vorrei a questo punto invitarvi a firmare una petizione online lanciata dalla direzione di numerosi musei di tutto il mondo e firmata da oltre 10.000 persone. Chiediamo il rilascio immediato di un grande artista che da sempre lotta per la difesa della pace e del libero pensiero.
Micol Di Veroli