Perdonateci l’insistenza ma non possiamo continuare a tollerare ciò che il governo cinese sta perpetrando ai danni del coraggioso artista Ai Weiwei. Pochi giorni fa avevamo scritto un articolo in cui chiedevamo ai nostri lettori di firmare una petizione per chiedere il rilascio dell’artista, praticamente tenuto in ostaggio da più di una settimana. Ebbene oggi, dopo le accuse di evasione fiscale mosse ai danni di Weiwei, la Cina ha spiccato un’altra denuncia che ci appare ancor più surreale ed ingiusta della precedente. Una notizia proveniente dall’agenzia stampa Xinhua ha infatti aggiunto un’ulteriore colpa all’artista detenuto.
Si tratta di un’accusa di plagio relativa a 1001, performance in cui l’artista ha praticamente portato in gita 1001 cittadini cinesi a Kassel in occasione di Documenta 12 nel 2007. Questo meraviglioso progetto sarebbe stato frutto di un’idea rubata a Yue Luqing, professore di arte all’Accademia di Belle Arti di Xian. Tutta questa storia a noi sembra un’enorme fandonia architettata dal governo cinese per screditare il povero Ai Weiwei ed incastrarlo a dovere. A riprova di ciò, il prestigioso quotidiano inglese The Guardian ha intervistato il professore, il quale ha smentito ogni accusa: “Non ho mai accusato Ai di plagio e non ho nemmeno intenzione di farlo. A volte nel mondo dell’arte esistono quelle che noi chiamiamo collisioni di idee ma non ho detto Weiwei ha copiato una mia opera e voglio che questo sia chiaro”.
Nel frattempo si moltiplicano gli attestati di di solidarietà nei confronti dell’artista. Lo scorso 10 aprile infatti alcuni manifestanti hanno sfilato per la città di Hong-Kong mostrando delle foto dell’artista con la bocca cucita. Le autorità cinesi continuano però con il pugno di ferro e ad oggi non abbiamo notizie sulle condizioni di salute di Weiwei. Vogliamo quindi invitare nuovamente i nostri lettori a firmare la petizione indetta dai maggiori musei di tutto il mondo. Tutto questo è inaccettabile, chiediamo la scarcerazione immediata di Ai Weiwei. FREE AI WEIWEI NOW!
Micol Di Veroli
Anna d'Ambrosio 13 Aprile 2011 il 16:39
E’ incredibile come nella Storia queste situazioni si ripetono; esse sono il sintomo di un degrado e di un “non sense” generale.