“Sapete perchè nel film di Spielberg ET l’alieno è marrone? nessuna ragione (…) in tutti i grandi film c’è un elemento senza nessuna ragione, perchè la vita stessa è senza ragione… questo film è un omaggio alla più grande forza ed elemento di stile esistente: l’irragionevole.”
Più o meno, la mia traduzione non è perfetta, il film inizia così… nominando i molti elementi irragionevoli presenti in molti film di successo. Usa sempre ossessivamente “no reason”, mentre io sono costretto a usare nessuna ragione, senza ragione, irragionevole.
Rubber è il terzo film di Quentin Dupieux, nel mondo della musica meglio noto come Mr Oizo. Dj francese, autore di musica elettronica e anche delle colonne sonore del film, reso famoso dal tormentone di Flat Eric, il pupazzo giallo degli spot Levi’s.
Il film è stato presentato a Cannes 63 e in molti altri festival, ricevendo consensi e premi, come a Sitges, dove ha conquistato il Méliès d’argento come miglior film fantastico europeo. Finalmente è uscito nelle sale francesi. L’ho trovato un piccolo capolavoro di surrealtà. Non si tratta solo di non sense e nemmeno soltanto di parodia, per me si tratta di spingere l’incoerenza fino a punti di saturazione. Il serial killer è un pneumatico con poteri cinetici distruttivi, lo spettacolo, ovvero il film stesso è seguito con binocoli da spettatori paganti cui è stata tesa una trappola. Tuttavia il guardare degli spettatori obbliga gli attori a non essere attori, ma a essere dentro la storia e morendo fintamente a morire davvero.
Non vi ho detto che il protagonista, prima di arringare gli spettatori esce dal bagagliaio di una macchina di polizia che ha appena buttato giù una serie di sedie disseminate in un deserto, bussa al finestrino del pilota e prende un bicchiere d’acqua. Ecco, questo è l’incipit, se accettate questo allora la trama si dipana come deve… ma come dicevamo la vita stessa, dopotutto, si dipana per motivi casuali e convenzionali, solo convenzionalmente accettati.