Proprio ieri ho pubblicato un comunicato stampa relativo alla mostra Un’Espressione Geografica, organizzata dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo con l’obiettivo di celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Come è possibile leggere nel comunicato: “la mostra racconterà la varietà del territorio italiano, esaltando le ricchezze e la specificità di ciascuna Regione“. A questo punto però vorrei far notare un particolare alquanto bizzarro.
Con la scusa di riproporre una sorta di viaggio in Italia alla Goethe, la Fondazione ha chiamato ventuno artisti stranieri a produrre un personale “ritratto” delle altrettante regioni italiane, il tutto sovvenzionato dalla Fondazione e da un’importante istituto bancario. La curatela di Francesco Bonami è la ciliegina sulla torta di un evento che di fatto si offre al pubblico come un vero e proprio affronto alla nostra scena artistica. Perchè non proporre un ritratto delle ventuno regioni, viste con gli occhi di chi le vive realmente? Perchè questi eventi da turisti dell’arte contemporanea proliferano solo nel nostro territorio? A queste ed altre domande è inutile fornire risposte. Forse alla Sandretto Re Rebaudengo hanno pensato bene di non bissare la Biennale Diffusa del Vittorione Nazionale©, ripiegando quindi su un comportamento esterofilo. Ancora una volta si ripropone ciò che mi viene da battezzare come la Dinamica della Pizza©, prodotta in Italia ed esportata negli U.S.A., vale a dire lo stesso stato che adesso ce la rivende sotto forma di Pizza american Style.
E noi ce la rimangiamo così, all’americana. La Dinamica della Pizza© ci spinge a “comprare” artisti stranieri che ci spiegano come è fatta l’Italia. Sarebbe bello poter vedere un evento simile a questo, realizzato da una fondazione estera e con soli artisti italiani. Questo però al di fuori dai nostri confini non accade mai, volete sapere perchè? Evidentemente perché dalle nostre parti siamo troppo impegnati a consolidare l’operato di artisti stranieri piuttosto che pensare ai fatti nostri. Ed ora lasciatemi andare, ho gli amici che mi aspettano da Pizza Hut.
Micol Di Veroli