Un cuscino di silenzio avvolge la Costa d’Avorio. Sembra inglobata in un’altra dimensione dove le notizie corrono solo su binari di pochi e il grande pubblico ignaro è all’oscuro di quello che sta accadendo in questi mesi e ancor di più in questi ultimi giorni. Forse gli avvenimenti poi non sono così casuali e capita alcune volte di percepire la trama del destino e soprattutto di esserne parte anche nella piccolezza della tua quotidianità sei chiamato a soffermati e porre un accento su delle situazioni che seppur lontane dovrebbero toccarci e renderci portavoce per chi soffre ed è impossibilitato a difendersi. Un faro dovrebbe illuminare tutti i paesi straziati dalle guerre e forse la notte ci potremmo accorgere di quanti focolai siamo circondati.
Questo rappresenta l’incontro, organizzato dalla Dottoressa Maria Giovanna Tumino, svoltosi lunedì 18 aprile nell’Aula Magna dell’Università di Conservazione dei Beni Culturali a Viterbo. Nell’ambito delle lezioni di Storia dell’Arte dei Paesi Europei II della professoressa Patrizia Mania è stato proiettato il film “Nadro, colui che non dimentica” (1998) sulla vita di Frédéric Bruly Bouabre, regia di Ivana Massetti. Quanto mai attuale e sincero. Uno spaccato di quello che non sappiamo perché non lo possiamo vedere con i nostri occhi è stato filmato con sapiente umanità e con assoluto rispetto. La vita di questo grande artista e la sua Costa d’Avorio così difficile e dilaniata.
La Costa d’Avorio è indipendente dalla Francia a partire dal 1960, ma intrattiene con quest’ultima numerose convenzioni bilaterali, tra le quali la presenza di una base militare francese nel suo territorio. Per oltre trent’anni il paese è stato sotto la presidenza di Felix Houphouet Boigny, fondatore del Partito democratico. Le elezioni del 2000 vengono vinte da Laurent Gbagbo e sono segnate dall’osteggiamento verso i maggiori oppositori del Partito democratico, tra i quali l’attuale neoeletto Presidente Allassane Outtara.
Un tentato colpo di Stato nel 2002 getta il paese in continui combattimenti e un accordo di pace viene firmato solo nel 2007 dopo che il paese era stato praticamente diviso in due: il nord, occupato dai ribelli a maggioranza mussulmana e il sud, tradizionalmente cristiano occupato dal Presidente Gbagbo. Questo è lo scenario alla bade delle nuove elezioni tenutesi nel novembre del 2010 in cui Allassane Outtara con il 54,1% viene eletto presidente contro il 45,9% dei voti ottenuti da Laurent Gbagbo. La situazione degenera poiché il presidente uscente non vuole lasciare la sua carica e così nascono a macchia d’olio manifestazioni di protesta e conseguenti scontri con la polizia nella capitale, Yamoussoukro. ONU, Stati Uniti, Francia e Unione Europea esortano il presidente uscente a deporre l’ascia di guerra. Appello inascoltato che concretizza, il 4 aprile scorso, l’intervento militare da parte delle truppe del contingente francese Liocorne presente in Costa d’Avorio e l’11 aprile l’ex presidente viene arrestato nella sua residenza di Abidjan dalle Forze Repubblicane guidate da Outtara. Questo è il complesso quadro della situazione ivoriana nella vita di Bruly. Anni di lotte e soprusi. Anni di restringimenti. Anni in cui la libertà continua ad avere il sapore amaro dell’ utopia. Eppure in tutto ciò emerge questo straordinario artista.
I suoi disegni e ancor di più la scrittura sono caratteristiche ancestrali. Sono urgenze imprescindibili e dalle quali non può separarsi. Sono la comunicazione di tutto quello che è intimamente ivoriano, riti, sogni, tracce. Il suo fare artistico rappresenta un ponte tra la luce dell’esistenza e l’oblio dell’ignoranza a cui sembra essere condannato un popolo dimenticato.
Il film è scandito da un ritmo lento quasi a volte sospeso poiché narrativo. È totalmente permeato dal messaggio che Bruly vuole tramandare e che Ivana Massetti ha ben metabolizzato. L’umanità e il sodalizio di questi due visionari così diversi eppure così vicini corrono lungo tutte le immagini alternate tra volti che ti scrutano l’anima e dialoghi intensi di forte impatto come quello tra Bruly e il suo padre spirituale Théodore Monod. Le splendide musiche di Lisa Garret e Pieter Bourke alimentano queste sospensioni. “Nadro, colui che non dimentica” non è semplicemente un film è un’esperienza di vita… Una lezione da imparare.