In occasione dei 150 anni dall’Unità d’Italia, Gagosian Gallery il 27 maggio inaugura Made in Italy, un’importante mostra collettiva nel suo spazio romano di Via Francesco Crispi 16. Curata da Mario Codognato, la mostra intende tracciare un inedito percorso italiano attraverso l’opera di alcuni tra i maggiori artisti degli ultimi 60 anni: Georg Baselitz, Jean Michel Basquiat, Joseph Beuys, Marcel Duchamp, Alberto Giacometti, Douglas Gordon, Andreas Gursky, Damien Hirst, Howard Hodgkin, Mike Kelley, Jeff Koons, Louise Lawler, Roy Lichtenstein, Richard Prince, Robert Rauschenberg, Gerhard Richter, Richard Serra, Cindy Sherman, David Smith, Thomas Struth, Cy Twombly, Andy Warhol, Lawrence Weiner.
L’irresistibile attrazione esercitata dal “Bel Paese” nei confronti degli artisti del resto del mondo affonda le radici nel passato profondo e, com’é noto, conosce il momento di splendore a cavallo tra Settecento e Ottocento, all’epoca del cosiddetto Grand Tour, quando artisti-viaggiatori inglesi, americani, francesi e tedeschi varcano le Alpi per sperimentare da vicino la grande tradizione classica conosciuta solo sui libri, i capolavori di un passato idealizzato, ma anche il brivido provocato da uno stile di vita diverso e alternativo rispetto a quello che conoscono in patria. É così che, sfidando le difficoltà di un turismo tutt’altro che confortevole, artisti da ogni dove s’immergono nelle meraviglie del passato e nel vitalistico disordine del presente. L’Italia diventa idea e ideale artistico: gli esotismi bizantini di Venezia, la sensualità del Rinascimento fiorentino, l’infatuazione per le vestigia della Roma classica, stordiscono e ispirano. E la liaison non s’interrompe neppure durante il XX secolo, allorché viaggiare diventa più facile, meno “straordinario” e alla portata di molti. L’esperienza italiana, la residenza nelle nostre turbolente città o l’immersione nelle pastoralità delle nostre campagne, rimane il passaggio eccezionale nella carriera di tanti artisti di primo piano, il momento d’oro della loro visione, la felice congiunzione della bellezza del passato con il presente creativo che ognuno di loro rappresenta.
É sorprendente notare infatti come a più di 300 anni dall’inizio di questa tradizione, l’esperienza italiana rimanga ancora così rilevante da emergere ancora, a volte anche ripetutamente, nella produzione di numerosi artisti moderni e contemporanei. Ed ancora più sorprendente é scoprire che per la contemporaneità non é solo l’impareggiabile ricchezza storico-artistica ma spesso anche la caleidoscopica molteplicità del vivere italiano a rappresentare una suggestione imperdibile.
Così, solo per fare alcuni esempi presenti in mostra, sono i capolavori della storia dell’arte di tutti i tempi, da Leonardo, De Chirico a Caravaggio per Warhol, Duchamp e Sherman; l’archeologia per Lichtenstein o Basquiat; ma anche l’universalità del paesaggio per Richter e Gursky; l’unicità del canone femminile per Giacometti e Koons; la storia o i personaggi della cultura contemporanea per Beuys, Kelley e Serra a costituire un terreno di indagine privilegiato ed inaspettatamente condiviso da grandi artisti così eterogenei tra loro.
“L’Italia, o meglio le tante civiltà che si sono succedute nei millenni nelle città e nei territori di quella che da 150 anni chiamiamo Italia, costituiscono un caso unico di continuità storica e artistica”, spiega il curatore della mostra Mario Codognato. “Questa peculiarità l’ha resa un punto di riferimento, di attrazione e di scontro per gli artisti visivi di tutto il mondo occidentale. L’Italia ha una doppia identità, è passato e presente, è archeologia e creatività contemporanea, coagula simultaneamente il peso della tradizione e le contraddizioni della modernità.”
Made in Italy ambisce a ricostruire attraverso una serie di opere di alcuni grandi protagonisti dell’arte moderna e contemporanea il percorso personale e creativo che li ha portati, in un momento specifico della loro carriera, a confrontarsi con quel patrimonio universale che si chiama Italia.