Dal 5 maggio al 13 giugno 2011 si terrà nelle sale della Fondazione Mudima di Milano la mostra “CHINATOWN. Invito al viaggio” dell’artista Piero Pizzi Cannella, curata da Gianluca Ranzi.
La mostra si concentra sull’ultima serie di opere dell’artista: sessantadue carte (ciascuna di cm 130×90 circa) che mettono in luce quanto il dialogo tra la cultura occidentale e quella orientale possa produrre risultati ancora inediti e curiosamente convergenti. Pizzi Cannella segue la scia di una corrente sotterranea che attraversa in obliquo la storia delle culture e che non riguarda soltanto stili, categorie formali o distinzioni, ma che sa scorgere oltre le barriere geografiche per rintracciare un comune sentire. In questo modo Chinatown riannoda i legami tra due civiltà tanto lontane sul filo di una condivisa memoria simbolica che sa riecheggiare in entrambe.
Come scrive Cesare Biasini Selvaggi, il lavoro di Pizzi Cannella “documenta da oltre trent’anni un personalissimo percorso creativo, espresso attraverso un linguaggio raffinato ed enigmatico di segni criptici, di tracce simboliche ricorrenti dal significato quasi esoterico, dove si condensano metaforicamente la vita e l’essenza di un passato dimenticato, le nostalgie, i sogni e le memorie collettive di un presente contingente. Tracce di umanità vissuta, indizi che per aspetto, per eleganza formale e per rimandi simbolici, appaiono come la codificazione occidentalizzata degli affascinanti ideogrammi orientali”.
Nelle carte di Chinatown un tratto sicuro, ma allo stesso tempo elusivo e poetico, dialoga con uno spazio aperto e dilatato. Paesaggi, figure e oggetti fluttuano in un luogo senza tempo, e nel rapporto tra la loro forma e la loro essenza, tra materia e spirito, sta anche la capacità dell’artista di percepire e ritrasmettere le relazioni sottese alle cose, al di là dei loro legami spazio-temporali. Sono immagini che evocano mondi lontani non tanto per distanza geografica quanto per l’eco remota e introspettiva che sanno far risuonare. Le carte di Pizzi Cannella danno visibilità a una pluralità di rimandi provenienti da un altrove lontano e incitano al viaggio verso una forma di sconosciuto che esercita tanta presa e fascinazione su chi vi si accosta: lungo le tracce di china che affiorano sulle superfici delle opere e che delineano cupole, lanterne, kimoni, lucertole, ideogrammi, piante del tè, tutto diviene fluido e scorrevole, in uno spazio senza inizio né fine o limite, se non quello che impone la legge della natura. La memoria dell’umanità ne diviene il trait d’union, perché l’immaginazione dell’arte non può fare a meno di utilizzare ciò che la memoria ha avuto l’intelligenza di immagazzinare per prima.
La mostra, che prosegue il suo percorso dopo la tappa fiorentina alle Pagliere del Complesso di Palazzo Pitti ed è organizzata dalla Galleria Alessandro Bagnai in collaborazione con l’Archivio Pizzi Cannella, si terrà anche al Musée d’Art Modern de Saint-Etienne in Francia, dal 17 settembre al 20 novembre 2011.