Pensavate forse che la conferenza stampa di Vittorio Sgarbi per il Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia avrebbe chiarito qualche dubbio sull’andamento dei lavori? Beh noi non lo pensavamo affatto e siamo sicuri che anche voi siete sulla nostra stessa lunghezza d’onda. Ciò che è andato in scena ieri a Roma negli spazi del San Michele è stato uno vero e proprio incidente estetico difficilmente ripetibile nei prossimi cento anni di storia planetaria.
Il Vittorione Nazionale© ha praticamente tenuto in ostaggio giornalisti ed astanti per circa 3 ore, un tempo interminabile riempito da una lunghissima lista di nomi. Il tutto si è aperto con la dichiarazione: “Sono stati invitati oltre 2000 artisti perchè vorrei sapere chi decide se un determinato artista può entrare o no alla Biennale? La mafia del mercato. Io la combatto». Nulla si è saputo sulla Biennale Diffusa visto che continua a circolare una lista di nomi piena di artisti che hanno in termini già rifiutato la candidatura, nessuno ha distribuito un kit stampa degno di questo nome. Si è saputo solo che il suo progetto di invitare 230 artisti al Padiglione Italia è ben appoggiato dal presidente di Fondazione Roma Emmanuele Emanuele che che fino a ieri ha finanziato tutto e da Antonia Pasqua Recchia,direttore generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee che ha dichiarato che il curatore non ha ancora percepito un centesimo per il suo immenso e mirabile progetto curatoriale.Il tutto si è tramutato in un reiterato arrampicarsi sugli specchi, triste metafora dell’attuale stato delle cose in Italia. Come se non bastasse la maggior parte delle domande sono state zittite e a chi chiedeva chiarimenti su questo caos totale, il Vittorione Nazionale© ha risposto con una interminabile sequela di insulti, come quelli rivolti a Ludovico Pratesi che è stato definito un raccomandato e le varie bordate a Francesco Bonami e persino a Luca Beatrice che pochi giorni fa gli aveva scritto un’accorata lettera d’amore invitandolo a non mollare.
Cose dell’altro mondo, viste le contraddizioni tra esponenti istituzionali ed il nostro Sgarbi che ha praticamente trasformato una conferenza stampa in una puntata di un reality show di bassa lega. Se non siete convinti di ciò possiamo solo accennare al fatto che Sgarbi ha prodotto una delle sue più esaltanti filippiche, parlando oltre mezz’ora delle meraviglie del culatello e delle sue numerose esperienze sessuali. C’è stato anche tempo per parlare di quelle di suo padre, che ha felicemente terminato la sua carriera sessuale ad ottanta anni suonati, roba da veri Premier verrebbe da dire. Tutto questo orrore granduignolesco si è ovviamente svolto tra continui malcontenti del pubblico frammisti a qualche sporadico applauso di chissà quale scellerato sostenitore ma non ci stupiremmo se si fosse trattato di gente pagata per farlo.
“La Biennale è mia e non accetto che nessuno mi dica come curarla e cosa scegliere” questa è la frase che ha più volte urlato il sedicente critico e noi non possiamo fare altro che aspettarci il peggio..magari mangiando del buon culatello!
Fabrizio Florian 7 Maggio 2011 il 20:10
L’arte italiana è morta! Viva l’arte!
Ho avuto la fortuna di non partecipare alla presentazione l’altro giorno, sapendo perfettamente che ci saremmo trovati di fronte all’ennesima pagliacciata del regime agonizzante.
Mi spiace aver letto nell’elenco dei “grandi intellettuali” coinvolti nella scelta degli artisti, personaggi che non avrei mai immaginato che avrebbero accettato di avallare un tale stupro vergognoso ai danni del concetto stesso di arte e cultura.
Dovrebbero vergognarsi tutti quanti e soprattutto scrittori, uomini di cinema, musicisti che mai accetterebbero di essere giudicati se non dai propri simili.
Questo elenco dimostra anche che di fronte a 5 minuti di celebrità (anche se di riflesso) gli schieramenti politici contano poco (sono rappresentati tutti, sinistrati, sinistrorsi in pensione, centristi e destrorsi confusi).
Per non parlare di intellettuali soubrette ormai sul viale del tramonto.
Ma, in fondo, se il nostro cinema è il più brutto del mondo (Martone, Moretti & co.), se i nostri artisti non hanno alcun credito a livello internazionale, se i nostri filosofi e letterati (non scrittori) possono al massimo sperare in una comparsata televisiva, una ragione ci sarà…
E non serve esaltare il nostro passato.
Di quello ci rimangono solo le macerie…
Micol Di Veroli 8 Maggio 2011 il 17:00
parole sante caro Fabrizio…