Come avrete sicuramente letto in altri magazine di settore degli ultimi giorni, Il MoMa, Museum of Modern Art di New York ha intenzione di comprare un edificio nelle vicinanze, sulla 53esima strada. Attualmente l’edificio, progettato da Tod Williams Billie Tsien Architects ed aperto nel 2001, ospita l’American Folk Art Museum, un’istituzione museale che non ha mai incontrato i favori del pubblico.
Per farla breve, nell’arco di un decennio il museo ha raccolto circa 32 milioni di debiti e con la crisi economica le sue casse non hanno retto. Il MoMa dovrà quindi sborsare i famigerati 32 milioni di dollari per aggiudicarsi l’edificio ed ancora non è certo se quest’ultimo rimarrà in piedi o verrà in seguito miseramente demolito. In questi ultimi giorni il celebre magazine d’arte Artinfo ha intervistato alcuni critici di grido, tra cui anche il sempreverde Jerry Saltz, nella speranza di individuare le cause del tracollo del Folk Art Museum. Inutile dire che Saltz ha scatenato una vera e propria zuffa, definendo orribile l’intero edificio (che comunque è fortemente caratterizzato da un design alquanto insolito). Gli altri critici si sono scagliati contro Saltz ma a questo punto a noi è venuto in mente un quesito: Il successo di un museo d’arte può essere dettato esclusivamente dal un bel design? Se così fosse basterebbe puntare tutto sull’aspetto estetico per poi abbandonare definitivamente l’offerta culturale. Il pubblico però ha bisogno di ammirare qualcosa all’interno di un museo e se i manufatti relativi al folklore non riescono a raggiungere un vasto bacino di pubblico come altre tipologie museali, allora bisogna pensare ad altri modi per “attirare” sempre più visitatori all’interno dello spazio.
Certo ora che il danno è fatto, non si può certo demolire un museo di così nuova ed insolita concezione e continuare a dilapidar fondi su un’ennesima costruzione. Ironia della sorte proprio negli States dove il folk è quasi una ragione di vita, un museo dedicato al folk è andato in rovina.