Dopo la triste notizia delle dimissioni di Luca Massimo Barbero dal MACRO di Roma pensavamo di aver definitivamente toccato il fondo per quanto riguarda la degenerazione del sistema artistico romano. Invece, come si suol dire, al peggio non c’è mai fine ed ecco allora che Roma torna a stupirci con un episodio di malarte contemporanea che francamente ci ha gettato nel più tremendo sconforto. Parliamo quindi della statua dedicata a Papa Wojtyla, creata dallo scultore Oliviero Rainaldi ed inaugurata alla stazione Termini con tanto di Gianni Alemanno in prima fila.
Ebbene, al momento del disvelo della statua i non pochi astanti hanno creduto ad uno scherzo solo per rendersi poi conto della dura realtà. Il Papa visto da Rainaldi è uno strano incrocio tra Benito Mussolini e Batman, già perché i tratti somatici della statua somigliano pericolosamente a quelli del celebre dittatore mentre il mantello del pontefice e la sua “postura” richiamano alla mente proprio le sembianze del vendicatore mascherato.
Ma c’è di più, la statua di Wojtyla è totalmente in contrasto con l’architettura circostante, tanto che forse sarebbe meglio trasferirla nel quartiere E.U.R., zona già duramente bersagliata da monumenti contemporanei di dubbio gusto. La stramba natura della scultura non è passata inosservata tanto che un coro di polemiche si è già sollevato contro il “povero” Rainaldi. L’archistar Massimiliano Fuksas ad esempio ha dichiarato che la statua non trasmette emozioni, Federico Mollicone (presidente della Commissione Roma Capitale) ha invece calcato la mano definendo l’opera come un oltraggio alla figura del Papa.
Il Magazine Artinfo ha dedicato un lungo ed ironico articolo alla vicenda, ci vuol poco a trasformare Roma nello zimbello dell’arte contemporanea internazionale. Altri politici hanno definito l’opera imbarazzante ed alla fine anche l’Osservatore Romano ha deciso di stroncare la statua, definendola “non somigliante a Wojtyla”. Solo Alemanno sembra esser tutto contento di una scultura di “altro prestigio che esprime l’idea di un Papa viaggiatore”. Noi siamo dell’idea che questi 4 metri di bronzo potevano essere impiegati in ben altri modi. Chissà dopo questo flop le amministrazioni cittadine decideranno finalmente di commissionare le opere pubbliche a coloro che da tempo animano fattivamente la scena del contemporaneo.