Quando l’arte italiana si trasforma in un “tour all’interno del cervello di Silvio Berlusconi”

di Redazione Commenta


Lo stato di profonda consunzione in cui versa la cultura italiana non mi stupisce più di tanto ma il bello è che le cose in questi ultimi tempi sono decisamente peggiorate. Fino a poco tempo fa le brutte figure restavano in famiglia, oggi grazie a Vittorio Sgarbi, all’ex ministro Sandro Bondi che ha caldeggiato la sua nomina alla curatela del Padiglione Italia ed al presidente della Biennale Paolo Baratta che lo ha praticamente appoggiato in tutto e per tutto (richiamandolo con lettere profumate ad ogni suo finto tentativo di rinunciare le dimissioni), l’arte contemporanea italiana è divenuta lo zimbello di tutto il mondo.

Proprio oggi Adrian Searle del Guardian ha pubblicato un articolo che suona più o meno così: “Il Padiglione Italia, un padiglione evitato dalle persone sane e visitato solo da quelli che ci sono capitati per caso. Noiosamente provocatoria, la mostra di Sgarbi è piena di cose orribili e kitsch, con un allestimento che fa impallidire. Con i suoi cliché ed il suo populismo-spazzatura il Padiglione Italia è come un tour all’interno del cervello di Silvio Berlusconi”. Ecco cosa pensa della nostra arte la critica internazionale ed è con somma vergogna che mi capita di leggere il termine “cose” in riferimento a delle opere d’arte, ma tutto questo una certa Italia “del fare” lo merita in pieno. Eppure ci terrei a ricordare che nel nostro paese esistono curatori che lottano strenuamente per imporre i giovani artisti italiani all’estero, esistono gallerie italiane che tentano di fare lo stesso, esistono bravi giornalisti e quanto altro.

Ma il sistematico piano di auto-demolizione portato a termine da Vittorio Sgarbi ha praticamente annullato il lavoro di centinaia di addetti ai lavori e di artisti che da anni lavorano seriamente per il prestigio della nostra arte contemporanea. A tutto ciò si potrebbero aggiungere i danni economici causati da una Biennale che per gli italiani non fa più curriculum e quindi non determina un avanzamento di carriera e non assicura un rialzo di quotazioni. Dopo questa esplosione nucleare è ipotizzabile che per noi l’erba non crescerà più per moltissimo tempo, nessuna istituzione internazionale accetterà di accogliere artisti italiani all’interno dei propri spazi. Del resto chi mai vorrebbe avere all’interno del suo museo una riproduzione del cervello di Silvio Berlusconi?

Micol Di Veroli

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