La notizia ha fatto velocemente il giro del mondo in queste ultime ore: Ai Weiwei è stato finalmente liberato! La lieta novella è stata diramata ieri dall’agenzia statale di notizie Xinhua in un secco comunicato stampa di 82 parole dove è possibile leggere: “Il distretto di polizia di Pechino ha dichiarato di aver rilasciato Ai Weiwei nella giornata di mercoledì. Weiwei è stato rilasciato su cauzione grazie alla sua ottima condotta ed alla sua confessione riguardo i suoi crimini contro il sistema fiscale nazionale. Il soggetto è stato rilasciato anche a causa della malattia cronica di cui soffre da diversi anni”.
Di quale malattia cronica si parli non è dato sapere. L’agenzia di stampa statale ha inoltre aggiunto altre dichiarazioni a dir poco tendenziose: “L’artista ha evaso le tasse tramite la sua azienda Fake Cultural Development Ltd. Ma ha dichiarato più volte di essere disposto a pagare tutte le somme evase”. Strano, perché alla famiglia di Weiwei non è mai pervenuta alcuna comunicazione circa l’evasione delle tasse cinesi. Inoltre la moglie dell’artista ha precisato che egli non è il legale rappresentante dell’azienda in questione, quindi non può essere ritenuto responsabile di alcun bilancio fiscale. Secondo quanto diffuso tramite l’account Twitter di Ai Weiwei, attualmente gestito da un suo assistente, l’artista è stato scortato nella sua abitazione di Pechino ed è apparso in buone condizioni di salute ma visibilmente dimagrito.
“Sono libero” ha successivamente dichiarato Weiwei al Guardian, ma ha precisato di non voler rilasciare ulteriori dichiarazioni, almeno per ora. Questo perchè di fatto l’artista è libero ma controllato a vista dal regime. Le istituzioni cinesi hanno quindi ceduto alle numerose pressioni da parte delle varie personalità di spicco internazionali (politici, musei, artisti come Anish Kapoor, Daniel Buren e tanti altri) che si sono mosse in aiuto del grande artista, ma di fatto hanno escogitato un modo per mettere fine alle polemiche e continuare a controllare da vicino il coraggioso artista. Comunque sia Ai Weiwei è tornato ad abbracciare i suoi cari, noi possiamo gridare: AI WEIWEI IS FREE! ma la strada per la libertà è ancora lunga.
Micol Di Veroli