La travolgente passione tra le amministrazioni cittadine e le archistar è un qualcosa di veramente insolito e soprattutto è difficile da spiegare. Di certo, a tutti i governi ed a tutte le giunte fa gola un nuovo edificio dalle forme avveniristiche, che sappia stupire i turisti ed affascinare gli abitanti di una città. A volte però questi sfavillanti edifici non sono il frutto di un’urgenza ben precisa e si risolvono in uno spreco di soldi a favore dell’estetica ed a discapito delle tasche dei poveri e martoriati contribuenti.
Inutile citare esempi di architetture faraoniche, dispendiose come la Nuvola di Massimiliano Fuksas, che doveva sorgere nel quartiere EUR di Roma già dagli inizi dello scorso anno ma che proprio quest’anno ha subito un ennesimo rallentamento a causa di quattro gravi irregolarità ravvisate dal Tar del Lazio. La Nuvola era partita da un piano spese iniziale di 175 milioni di euro ma fino ad oggi ne ha già bruciati 500 milioni, in attesa di una fantomatica inaugurazione prevista per il 2012. Intanto strambe notizie provengono dalla Grecia.
Molti di voi potrebbero pensare che una nazione sull’orlo della bancarotta sia poco incline a farsi persuadere dal canto delle sirene delle archistar. Ed invece la martoriata Grecia ha da poco affidato un nuovo progetto a Renzo Piano. Si tratta dello Stavros Niarchos Cultural Center, SNFCC per gli amici. Il grande edificio dovrebbe sorgere nella parte settentrionale della città di Atene e dovrebbe occupare un’area di 85.000 metri quadrati per una spesa totale di 800 milioni di dollari.
Ovviamente gli stanziamenti dovrebbero provenire da fondi privati ma se questi ultimi hanno i fondi non si riesce a capire il funzionamento di questa crisi economica. Polemiche a parte il progetto di Piano, oltre ad aver un’estetica sorprendente, sarà anche attento all’ecologia. Un canale riciclerà l’acqua per filtrarla e renderla utile per le irrigazioni, numerose cellule fotovoltaiche provvederanno a soddisfare fabbisogno di energia elettrica. La nuova sede dell’SFNCC ospiterà un teatro da 1.400 posti per il Teatro dell’opera nazionale, sarà disponibile anche un piccolo spazio per performance da 400 posti. L’edificio rimpiazzerà la Biblioteca Nazionale ed ospiterà la bellezza di 2 milioni di testi. Renzo Piano ha paragonato la sua ultima fatica ad un’Agora contemporanea.
Daniele Podda 5 Luglio 2011 il 13:15
Bell’articolo, che evidenzia come i soldi seguano canali bene precisi soprattutto durante la crisi e di come gli architetti di provincia ne siano poi tagliati fuori. La professione infatti sta vivendo uno dei suoi peggiori momenti.
Il progetto di Piano purtroppo non si evince moltissimo dalle due immagini riportate.