Essere grandi archistar, creatori di edifici perfetti e avveniristici non è facile. A volte, tra un capolavoro a destra ed una meraviglia a mancina, può scapparci il patatrac ed allora si è subito nell’occhio del ciclone. Ne sa qualcosa Zaha Hadid, celebre architetto e designer che ultimamente ha inanellato un successo dietro l’altro dal maestoso e sinuoso MAXXI di Roma, passando per il zigzagante Riverside Transport Museum di Glasgow, uno spazio tutto dedicato ai mezzi di trasporto dal treno allo skateboard.
La sfortuna però è sempre in agguato ed il nuovo capolavoro del celebre architetto è ultimamente al centro di numerose polemiche per alcune imprecisioni strutturali. Stiamo parlando dell’Opera House di Guangzhou nuovissimo polo culturale progettato dalla Hadid in territorio cinese. Fin dalle prime fasi del progetto molti detrattori si sono detti contrari alla realizzazione di quello che hanno definito come: “niente più che un’inutile dimostrazione di sfarzo e vanità”.
Ma la situazione è ulteriormente peggiorata (con somma gioia dei succitati detrattori) subito dopo l’inaugurazione dell’Opera House. A pochissimo tempo del varo del prestigioso edificio in granito e vetro, svoltosi lo scorso aprile, alcune crepe sono comparse sulla facciata ed anche alcune delle mura interne ed il soffitto mostrano segni di cedimento. Tornando alla facciata, la maggior parte dei 75.000 pannelli di granito che la costituiscono dovranno esseri rimpiazzati, anche perché molti di essi giacciono a terra come all’interno di un’ingloriosa capitolazione.
Le autorità locali hanno dato la colpa al clima cittadino definito come troppo umido mentre l’azienda costruttrice ha dichiarato di aver preso sottogamba alcune difficoltà presenti nel design di Zaha Hadid. Il celebre architetto, da par suo, avrebbe invece confermato l’urgenza di effettuare dei piccoli ritocchi, fermo restando che l’intero progetto è stato realizzato con: “diligenza e dedizione”. Isomma, se ben ricorderete anche il MAXXI di Roma si scontrò con alcuni problemi riguardanti le levigatissime lastre di cemento che lo costituiscono. Ed allora ci chiediamo dove risieda il problema. Troppo arduo il design di Zaha Hadid? Troppo scadenti i materiali? Troppo difficile il clima cinese? A farne le spese come sempre è la città che ospita il magnifico edificio di turno.