Giusto alcuni giorni fa vi abbiamo dato notizia della nuova, grande mostra del Jeff Koons giapponese, Mr. Takashi Murakami, attualmente in visione alla Gagosian Gallery di Londra. In quel frangente avevamo parlato del ritorno del nostro agli eccessi più sfrenati con opere fortemente legate a tematiche sessuali e soprattutto dalle grandi dimensioni. Oggi Bloomberg ha rilasciato un’interessante intervista al re del pop, incalzandolo su alcune questioni riguardanti il mercato dell’arte contemporanea internazionale.
Secondo Murakami, il mercato “mette paura”, questo poiché dopo un’iniziale crisi dovuta alla ormai arcinota bolla speculativa, i prezzi sono tornati alle stelle. Per fare un esempio pratico, l’artista avrebbe chiesto al vecchio volpone Larry Gagosian di livellare verso il basso i prezzi delle sue opere in mostra. Lo scaltro dealer avrebbe però glissato tale richiesta, rispondendo con un: “No! sono grandi opere! Sono grandi opere!”. Certo è che le quotazioni di Murakami non sono poi tanto basse, visto che già nel 1998 una sua opera dal titolo “My Lonesome Cowboy” fu venduta all’asta da Sotheby’s New York per la ragguardevole cifra di 15 milioni di dollari. L’artista non è però il tipo che ama sperperare soldi in spese folli, visto che il suo studio da lavoro a circa 200 dipendenti e deve sostenere alti costi relativi alla comunicazione ed ai viaggi.
Va poi detto che il buon Murakami non abita in una costosa magione ma in un semplice (e piccolo) appartamento: “Non posso ancora permettermi una villa, il mio stipendio è ancora troppo basso”, detto così sembra che l’artista guadagni meno di un venditore di granite in spiaggia. Comunque sia Murakami tiene a precisare che il suo tempo è totalmente fagocitato dall’attività in studio, dove dipinge e concepisce le sue sculture. Insomma tra richieste di livellamento dei prezzi delle sue opere ed una vita morigerata e parca, quasi stentiamo a riconoscere l’autore di opere dal gusto così trasgressivo ed eccessivo. A volte le apparenze ingannano.