Doug Aitken e lo specchio nero dell’alienazione

di Redazione Commenta

Qui in Italia abbiamo avuto modo di osservare da vicino una delle sue avvolgenti e colossali video installazioni nel corso del progetto Enel Contemporanea 2009, dove l’artista presentò Frontier, un’affascinante opera posizionata sull’isola Tiberina a Roma. Stiamo ovviamente parlando di Doug Aitken, protagonista indiscusso della videoarte internazionale che ha da poco prodotto l’ennesima, entusiasmante installazione video.

La nuova opera prende il titolo di Black Mirror ed “esplora il concetto di alienazione dell’essere umano in un contesto simile ad un vortice o ad un caleidoscopio a grandezza umana”, parafrasando le parole dell’artista. Black Mirror è stata realizzata per  la Deste Foundation For Contemporary Art, il centro per l’arte contemporanea fondato dal celebre collezionista Dakis Joannou sull’isola di Idra. L’immensa installazione che è gia visibile dal mese scorso, immerge i visitatori in un ambiente delimitato da specchi neri che riflettono all’infinito le immagini del nuovo video di Aitken. L’opera in questione è un singolare incrocio tra le sequenze infinite di Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni e Lost in Traslation di Sofia Coppola che però non ha una precisa trama. Il ruolo di protagonista di Black Mirror è stato affidato a Chloe Sevigny, attrice e fashion designer che si aggira tra lande desolate, costellate da parabole satellitari e torri radio, fermandosi di tanto in tanto in un’anonima stanza d’hotel con l’intento di comunicare (con poco successo) con un interlocutore sconosciuto tramite telefono o email.

“Quando sei all’interno dello spazio, potresti essere in qualsiasi parte del mondo. Il mio personaggio è una donna che potresti incontrare in qualunque giorno, in qualunque posto, con vestiti ed acconciatura che potrebbero appartenere a qualsiasi epoca. Un personaggio che somiglia ad una tela bianca” ha dichiarato Chloe Sevigny ai microfoni del New York Times. “Da dove vengo? Da posti diversi” questa la domanda chiave la protagonista pone a se stessa sotto forma di voce narrante ed in questa semplice ma al tempo stesso spiazzante risposta si nasconda l’ansia, l’inutilità e l’alienazione del vivere contemporaneo, magistralmente riassunto da Doug Aitken in un’opera senza tempo.


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