Da sabato 24 settembre la Fondazione MIA – Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo, fondata nel 1265, ospita negli antichi matronei della Basilica di Santa Maria Maggiore, il terzo appuntamento di “Ogni cosa a suo tempo”, progetto a cura di Stefano Raimondi, Paola Tognon e Mauro Zanchi. Il terzo capitolo del ciclo espositivo vede come protagonisti David Adamo e Ettore Favini, due artisti contemporanei rappresentativi nel panorama artistico nazionale e internazionale.
David Adamo, artista americano di stanza a Berlino, crea sculture e installazioni che originano nello spazio – attraverso una manipolazione della materia che viene di volta in volta levata nelle parti o nel tutto – equilibri precari che svuotano gli oggetti della loro materialità evidenziandone nuove funzione semantiche e simboliche. Le sculture in legno di Adamo sono infatti spesso oggetti di uso comune presentati in uno stato di parziale distruzione come in Untitled (Hammers) dove quattro martelli di grandi dimensioni giacciono sul pavimento con le impugnature ridotte a sottilissimi bastoncini o in Untitled (Column) dove una colonna scavata e resa filiforme raggiunge in forma precaria il soffitto. Per questa esposizione l’artista realizza in situ sculture in legno, non più a partire da oggetti di uso comune ma a partire invece da altissimi tronchi di cedro, appositamente selezionati.
Ettore Favini, artista manipolatore di idee e di oggetti, di pensieri e di spazi, costruisce il suo lavoro dentro una relazione intima con la storia e con la sua attualità. Lettore ed interprete del contesto sociale osservato nella sua complessità anche attraverso operazioni di arte pubblica, realizza opere e installazioni di forte valenza poetica e simbolica. “Quando ho visitato i matronei della Basilica sono restato colpito dall’atmosfera che quegli ambienti emanano: si sente il deposito del tempo, come polvere sulle pagine di un libro. Vorrei che le mie opere consegnassero questa suggestione: qualche cosa che avvolge qualcos’altro, ma in modo dolce e caldo. Ho pensato così alla tessitura, metafora della nostra vita, e in particolare all’ordito, quasi un rituale, un’azione difficile e complessa che segna l’inizio di qualcosa di nuovo. Su di esso lavora la trama”. Su queste riflessioni nascono le due opere appositamente pensate e realizzate da Ettore Favini per il terzo capitolo del ciclo espositivo Ogni cosa a suo tempo.
David Adamo e Ettore Favini concludono il terzo appuntamento della mostra Ogni cosa a suo tempo e fanno seguito ad altre due coppie di artisti, Andrea Kvas e Adrian Paci presenti nel primo capitolo del ciclo e Daniel Knorr e Riccardo Beretta protagonisti del secondo capitolo, che si concluderà il 20 agosto.
Ogni cosa a suo tempo, da omnia cum tempore – secondo la fonte originale dal Qoelet o Ecclesiaste, uno dei testi contenuti nella Bibbia Cristiana ed Ebraica – cioè ogni cosa ha il suo tempo ed è nel suo tempo. In questa riflessione nasce il progetto di arte contemporanea nei matronei della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo con la partecipazione di sei giovani artisti internazionali, chiamati di volta in volta in coppia per rispondere, attraverso lavori site specific, a un processo di continuità artistica e interpretativa. La Basilica di Santa Maria Maggiore entra così in rapporto dialettico e iconografico con l’arte contemporanea mediante un processo di interpretazione e restituzione dell’attualità inserita in un contesto carico di arte, storia e spiritualità.