Il 9 agosto si inaugura Lost in view al Museo di Villa Croce di Genova, un’installazione ambientale specificamente creata per lo spazio del piano nobile del museo dall’artista e architetto tedesco Kurt Fleckenstein. Le ampie sale della villa saranno totalmente trasformate per divenire uno stretto e scuro labirinto disorientante che riproduce fedelmente, sulle pareti come sul soffitto, il disegno in b/n del vero pavimento del museo. Ne deriva un percorso claustrofobico in cui le finestre risultano essere le vie di fuga, uniche aperture verso l’esterno.
Ma ad una osservazione più attenta anche alcune di queste uscite risultano essere artificiali, schermi su cui si proiettano le immagini dello spazio reale esterno – riprese in tempo reale da una webcam – alternate alle vere finestre. Questo espediente aumenta il senso di smarrimento perché non permette il riconoscimento di luoghi certi anche per chi conosca molto bene gli ambienti della villa. L’ambiente così riprogettato necessita un riposizionamento del visitatore nel suo rapporto con lo spazio e propone una percezione liberata dai tradizionali punti di riferimento, per scoprire la possibilità di un nuovo orientamento.
Kurt Fleckenstein è nato a Heddesheim in Baden-Wüttemberg, vive e lavora a Mannheim (Germania) e Wroclaw (Polonia). Ha studiato Architettura del paesaggio con particolare attenzione alla Storia dell’arte all’Università di Scienze applicate di Weihenstephan (Munich) e Regional Planning all’Università di Karlsruhe. Ha conseguito un Dottorato all’Università di Kaisersalutem. E’ stato membro del Regional Planning Association Unterer Neckar e del County Council di Rhein-Neckar-Kreises e fin dagli anni ’90, dopo l’apertura delle barriere verso i paesi dell’ex-blocco comunista, si è particolarmente interessato alla situazione sociale e culturale della Polonia che è divenuta la sua seconda patria. L’artista è stato inizialmente attivo nel campo della progettazione urbana, dell’architettura del paesaggio e del horticultural art e, dal 2003, si è focalizzato su progetti e installazioni su larga scala inseriti negli spazi pubblici. Il punto di partenza è la scultura Minimalista ma gli “oggetti” di Fleckenstein assumono un’ esistenza propria la cui qualità è determinata dai contesti in cui vengono inseriti, contesti volutamente estranei che spiazzano e chiedono una risposta attiva a chi li osserva.