Giovedì 22 settembre la galleria Marie-Laure Fleisch di Roma presenta per la prima volta in Italia il lavoro di tre giovani artiste legate per nascita o per formazione culturale alla Svizzera: Claudia Comte, Athene Galiciadis e Melodie Mousset.
Le tre artiste che si conoscono dagli anni della formazione presso l’Ecole Cantonal d’Art di Losanna, mentre ora risiedono ed operano in differenti città del mondo, condividono da tempo l’interesse di realizzare un lavoro che assecondi la loro comune ricerca basata sulle forme e i colori. Questa mostra offre loro l’occasione per sviluppare un progetto collettivo, pensato appositamente per gli spazi della galleria. L’installazione complessiva vuole essere un laboratorio dove possono confrontarsi le modalità esecutive e i procedimenti visivi che nascono dall’incontro e dal dibattito di distinte individualità di ricerca. Un intervento che vuole privilegiare l’armonia e la condivisione pur nel rispetto dei diversi linguaggi visivi. Claudia Comte sembra aver impostato il suo lavoro secondo un metodo binario: mentre nella pittura è quasi ossessionata dalle forme geometriche e da trame e intrecci che elabora in maniera seriale, nelle sue sculture, invece, si abbandona al piacere di sagome sinuose e morbide, come se fossero già in essere nel blocco di legno che ama intagliare dal vivo, immergendosi nei boschi. Athene Galiciadis procede, sia in scultura che in pittura, cercando di rimuovere la componente razionale che risiede nel procedimento creativo e di abbandonarsi al gesto e al ricordo. Facendo riaffiorare gli elementi iconografici da lei preferiti (come triangoli, mosaici, recinti), si lascia guidare dalle sensazioni ricevute dai colori e dalle forme cercando di ricomporli attraverso un personale rapporto armonico. Eseguiti a mano libera gli orditi geometrici assumono sempre un aspetto morbido e ondulato. Melodie Musset divide la sua ricerca tra performance e installazione cercando di riflettere in maniera giocosa e ironica sul concetto di identità e di percezione del sé.
Lo spazio della galleria è stato pensato dalle artiste come se fosse costruito da un personaggio uscito dal loro immaginario. Un Habitat dunque, dove lo spettatore è invitato ad entrare e a dialogare con il lavoro, lasciandosi catturare dai colori dei dipinti murali e dalle forme delle sculture. Lo spazio così ricostruito potrebbe quasi somigliare ad un misterioso antro abitato da un moderno eremita che colleziona in chiave naturalista opere di materiali come il legno, la pietra e la carta. Il giorno dell’inaugurazione Melodie Mousset eseguirà un performance ideata parallelamente al progetto installativo.