Che Shepard Fairey non fosse uno dei più amati street artists del contemporaneo lo sapevamo bene ma che addirittura fosse in grado di suscitare una vera e propria sommossa, questo proprio non ce lo aspettavamo. La scorsa settimana il nostro street atist si trovava in quel di Copenhagen per la mostra Your Ad Here, personale organizzata dalla V1 gallery. Li il celebre artista ha composto un grande murale con una colomba e la scritta Peace 69 sulla fiancata di un edificio prospiciente la sede della 69 Youth House, un ex ritrovo cittadino per anarchici e punk demolito nel 2007.
Ovviamente la comunità anarco-punk di Copenhagen non l’ha presa molto bene, visto che la perdita della 69 Youth House rappresenta ancora una ferita aperta e sanguinante. Come se tutto ciò non bastasse un quotidiano locale ha pubblicato una notizia erronea dove si spiega che il murale di Fairey è stato commissionato dalle istituzioni cittadine. Insomma, tirando le somme, la comunità punk locale si è sentita realmente presa per i fondelli: prima la giunta comunale distrugge la loro sede e poi ci mette una pietra sopra con un bel muralone del giovale Fairey che inneggia a fare pace dopo la perdita del 69. Inutile aggiungere che tali propositi si sono risolti in una vera e propria scintilla sopra un cumulo di dinamite ed farne le spese è stato il “povero” Fairey. Dopo aver composto il murale, l’artista si è recato al nightclub Kodboderne 18 dove, in qualità di DJ della serata, ha iniziato a suonare alcuni dischi. Ad un certo punto della serata però quattro persone hanno deciso di suonarle a Fairey ed una volta giunti in prossimità dell’artista hanno cominciato a dargliele di santa ragione urlandogli frasi del tipo: “Yankee Go Home. Amico di Obama tornatene a casa”. Ed Alla fine della serata il povero Fairey è tornato realmente a casa ma con un occhio nero ed una contusione alla costola.
Il giorno dopo l’incidente Fairey ha dato il beneplacito per una modifica al murale ed il RaxArts Collective ha aggiunto alcune immagini raffigurante un plotone di polizia in rivolta con su scritto “Niente si dimentica, Niente si perdona”. Ma neanche questo è servito a placare gli animi dei punks locali, visto che pochi giorni dopo il murale ha subito un pesante bombing con schiumogeni. Insomma caro Shepard, la prossima volta non ti immischiare in questioni che non ti riguardano.