A partire da sabato 8 ottobre 2011 il Castello di Rivoli presenta il proprio contributo all’ambizioso progetto curatoriale di Germano Celant Arte povera 2011. La sezione al Castello di Rivoli, Arte Povera International, è curata insieme dall’ideatore del progetto e dal co-direttore del museo Beatrice Merz.
Nelle sale della prestigiosa residenza sabauda, le opere storiche dei protagonisti del movimento sono a confronto con altrettanti capolavori di artisti della scena internazionale dell’epoca. La maggior parte delle opere provengono da collezioni museali italiane e dalla fitta rete di collezionisti privati che, sin dalla fine degli anni Sessanta, si occuparono di Arte povera. La selezione degli artisti internazionali è avvenuta attraverso un’accurata ricerca scientifica delle mostre che tra il 1966 e il 1972 hanno visto l’Arte povera in dialogo con diverse e parallele correnti artistiche, dalla Land Art alla Conceptual e Body Art. Le sale dei due piani del castello ospitano quindi un discorso autonomo dei singoli artisti dell’Arte povera e uno in parallelo con personalità come Vito Acconci, Carl Andre, John Baldessari, Robert Barry, Daniel Buren, Walter De Maria, Lucio Fontana, Rebecca Horn, On Kawara, Barry Le Va, Sol LeWitt, Fausto Melotti, Robert Smithson, Keith Sonnier, Andy Warhol, Lawrence Weiner e molti altri ancora. In questa prospettiva internazionale è anche selezionata e presentata in mostra un’antologia di video d’artista.
La grande mostra-evento Arte povera 2011 che si svolge, contemporaneamente e sino a febbraio 2012, in diverse e importanti istituzioni museali e culturali italiane nelle città di Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino, presenta su scala nazionale e internazionale gli sviluppi storici e contemporanei della ricerca nata nel 1967, distribuendo le varie fasi e i singoli momenti linguistici in diversi spazi museali italiani. Le opere dei protagonisti del movimento – Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio – si troveranno così a testimoniare il proprio percorso e le profonde influenze determinate dall’Arte povera sulla storia dell’arte in un insieme di mostre tra loro diverse per articolazione e, per molti versi, complementari.
Il grande progetto Arte povera 2011 è promosso dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e dalla Triennale di Milano e, oltre a queste vede coinvolte le sedi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e il MAXXI – Museo Nazionale delle arti del XXI Secolo di Roma, il MADRE – Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina, Napoli e il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
A raccogliere la complessità della proposta espositiva sarà pubblicato da Electa, sotto la direzione scientifica di Germano Celant, un unico catalogo. Nel volume verranno riuniti i contributi dei direttori dei musei e delle istituzioni coinvolte, i testi critici sugli artisti e quelli sulle differenti poetiche dell’Arte povera, la documentazione fotografica relativa alle opere esposte e quella relativa al contesto storico e agli sviluppi recenti dei singoli sviluppi linguistici. Tra gli altri hanno prestato il loro contributo critico: Michael Auping, Luca Massimo Barbero, Marcella Beccaria, Eduardo Cicelyn, Mirta d’Argenzio, Ester Coen, Lara Conte, Anna Costantini, Nicholas Cullinan, Richard Flood, Claire Gilman, Massimiliano Gioni, Gabriele Guercio, Robert Lumley, Gianfranco Maraniello, Maria Vittoria Marini Clarelli, Anna Mattirolo, Thomas McEvilley, Beatrice Merz, Gloria Moure, Hans Ulrich Obrist, Giulio Paolini, Francesca Pola, Maria Teresa Roberto, Didier Semin, Antonella Soldaini, Daniel Soutif, Angelo Trimarco e Denys Zacharopoulos. Arte Povera International inaugura sabato 8 ottobre 2011, nell’ambito delle manifestazioni per la 7a Giornata del Contemporaneo.
alberto esse 11 Settembre 2011 il 18:13
La mostra evento dedicata all’Arte Povera
tra storicizzazione e ibernazione
Si aprirà, nei prossimi giorni, una grande mostra-evento dedicata all’Arte Povera e affidata alla curatela di Germano Celant. che, nelle dichiarazioni dei promotori avrebbe dovuto avere due caratteristiche : la storicizzazione del Movimento ed il lavoro in rete tra alcuni dei principali musei italiani.La scelta di Celant di restringere la rosa degli artisti esposti a solo 13 nomi non solo esclude , senza alcuna ragione,alcune figure di primo piano del Movimento a Gilardi a Parmiggiani, da Mattiacci a Mazzotta e Mauri ecc.d ma elude anche una doverosa indagine storica su tutti gli apporti, le connessioni, le sfaccettature di un Movimento che per la sua ampiezza e importanza non può non avere avuto alle spalle dei “magnifici tredici” di Torino e Roma anche altri interpreti (sia pur minori per Celant) e altre manifestazioni e in diverse parti d’Italia.
Inoltre con la sezione specifica di Milano dedicata all’ Arte Povera fino al 2010 si procede ad un falso storico prolungando la vita di un movimento che lo stesso Celant aveva dichiarato finito agli inizi degli anni ’70.Riguardo il lavoro di gruppo dei musei, come ho avuto modo di riscontrare personalmente, si è ridotto a ben poca cosa se a pochi mesi dall’inaugurazione delle mostra-evento le varie sedi locali sapevano ben poco sulla sua impostazione e sul loro ruolo specifico e ribadivano che ogni scelta, in particolare degli artisti esposti, era demandata a Celant senza possibilità di nessuna interlocuzione. Ancora una volta il critico demiurgo si prende tutto il proscenio con buona pace delle belle parole su storicizzazione e lavoro di rete consegnandoci un Arte Povera a dir poco Ibernata. Il tutto con i soldi pubblici.
Alberto Esse
operatore artistico e culturale