Lo scorso anno l’artista Hans-Peter Feldmann ha vinto il prestigioso Hugo Boss prize, premio biennale che solitamente viene assegnato ad artisti che nel corso del tempo hanno compiuto gradi ricerche nel campo dell’arte contemporanea. Feldmann ha quindi avuto il privilegio di beccarsi i tanto agognati 100.000 dollari di borsa messa in palio dal rinomato fashion brand internazionale. Prima di lui altri celebri artisti sono riusciti a mettere le mani sulla cospicua somma, Matthew Barney ad esempio ha vinto l’edizione 1996, Douglas Gordon quella del 1998 e Tacita Dean quella del 2006.
Fin qui tutto potrebbe apparire come una normale notizia, anche un poco vecchia. Fatto sta che quei famosi 100.000 dollari Hans-Peter Feldmann li ha utilizzati per produrre la sua mostra al Guggenheim Museum di New York, in visione fino al prossimo 2 novembre 2011. In parole povere l’artista ha utilizzato fisicamente le banconote, ricoprendo lo spazio della prestigiosa istituzione con pezzi da un dollaro, fino a raggiungere quota 100.000 e creando così una bizzarra installazione che ha richiesto ben 13 giorni di assiduo lavoro.
A questo punto molti di voi potrebbero esclamare: “che idea originale!“, ed invece questa trovata dell’attempato artista non ha nulla di originale. Già nel 1962 Andy Warhol aveva creato l’opera 200 One Dollar Bills, utilizzando proprio i cari verdoni. “Beh non è proprio la stessa cosa”, direte voi, ed allora ecco a voi la prova schiacciante.
Nel 2006 l’artista Gianni Colosimo aveva creato un’installazione in tutto e per tutto simile a quella di Hans-Peter Feldmann per la Galleria Pack di Milano, riallacciandosi al concetto di serialità lanciato dal re della Pop Art ma evitando di firmarli come era solito fare quest’ultimo, abbandonandoli alla loro anonima e spersonalizzante presenza fisica. Insomma, la stampa italiana è sempre pronta a criticare gli artisti nostrani, tacciati di scopiazzare a destra e a mancina dagli artisti stranieri, questa situazione di fatto ribalta tale consuetudine. Solo che, come al solito, nessuno ne parla.