Le Scuderie del Quirinale proseguono nella presentazione al grande pubblico dei massimi esponenti dell’arte italiana, secondo un indirizzo prescelto dal Presidente, Prof. Emmanuele F.M Emanuele, e in co-produzione con 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE. «Sino ad oggi – dichiara il Presidente Emanuele – è mancata un’esposizione che rendesse pienamente merito a questo nobile artista e mostrasse al grande pubblico la sua indiscussa grandezza».
La vicenda artistica e umana di Filippino Lippi (Prato 1457 circa – Firenze 1504) è avvincente, si svolge tra Prato, Firenze e altre città nella seconda meta del XV secolo e si incrocia con quella di Sandro Botticelli (Firenze 1445 – 1510): figlio di fra Filippo Lippi (Firenze, 1406 -1469), celebre pittore e frate carmelitano, e della monaca Lucrezia Buti, cresce a Prato e, artisticamente, a Firenze, nella bottega di Sandro Botticelli dove è documentata la sua presenza nel 1472. Chiamato Filippino per distinguerlo dal padre, pittore tra i più famosi e apprezzati del suo tempo, diviene a sua volta un artista di primissimo livello, cui il Vasari riserva nella ‘Vita’ dedicatagli, parole di elogio per il “bellissimo ingegno” e la “vaghissima e copiosa invenzione”.
Alessandro Cecchi, Direttore della Galleria Palatina, degli Appartamenti Reali di Palazzo Pitti e del Giardino dei Boboli di Firenze ed eminente studioso del Rinascimento Italiano, curerà per le Scuderie del Quirinale la prima grande mostra antologica dedicata a quest’artista e ai suoi rapporti con Sandro Botticelli nella Firenze del ‘400.
Una esposizione che, oltre ad illustrare i circa trentaquattro anni di attività del Lippi – proficui come pochi altri, per quantità e qualità di opere, dalle tavole agli affreschi, per giungere ai raffinati disegni su carte colorate, veri e propri capolavori a se stanti – intende mettere a fuoco il profilo di Filippino restituendogli la giusta caratura accanto al maestro Botticelli, in crisi nella sua ultima attività a differenza di lui, attivissimo fino all’ultimo, tanto da trasformare l’iniziale rapporto da allievo in quello di vero e proprio emulo e rivale.
Sandro Botticelli, dopo essere stato allievo di Fra Lippi, è protagonista indiscusso nell’ambiente artistico fiorentino della seconda metà del ‘400 con la sua attivissima bottega nella via Nuova d’Ognissanti. Accanto a lui Filippino dimostra subito una personalità talmente originale, da far sì che il celebre studioso Bernard Berenson non lo riconosca e raggruppi inizialmente la sua produzione giovanile sotto il nome fittizio di un fantomatico “Amico di Sandro”.
Il percorso espositivo si articolerà tra le opere dei due artisti e di alcuni pittori a loro collegati, da Raffaellino del Garbo a Piero di Cosimo, dal grande tondo con la Madonna col Bambino e storie di Sant’Anna del padre fra Filippo (Firenze, Galleria Palatina, 1452) a capolavori di Filippino come l’Adorazione dei Magi della National Gallery di Londra (1478-1479) restaurata per la mostra, la celebre Visione di san Bernardo della Badia fiorentina (1485-1486), la Madonna Strozzi del Metropolitan Museum of Art di New York (1485 circa) essa pure restaurata per l’occasione, e l’Allegoria della Musica di Berlino(Gemäldegalerie, 1500 circa), solo per citarne alcune, a confronto con preziose opere botticelliane fra cui la rarissima Derelitta prestata eccezionalmente dai Principi Pallavicini di Roma.
L’esposizione offrirà altresì l’occasione unica di tributare a Filippino proprio a Roma, dove studiò le antichità e dove ha lasciato il ciclo affrescato della cappella Carafa in Santa Maria sopra Minerva, un doveroso omaggio, ripercorrendone la vicenda umana e artistica, e offrendo agli studiosi e al grande pubblico la possibilità irripetibile di confronti e considerazioni stilistiche, ad esempio con un altro capolavoro recuperato per l’occasione, grazie ai Friends of Florence, come la Pala Nerli di Santo Spirito.
Dal 5 ottobre al 15 gennaio 2012