CHI: Tre artisti coreani: Yulim Song (1983 – Seoul), Jin Han Lee (1982 – Seoul) e Sea Huyn Lee (1967 – Geoje Island), assieme a quattro giapponesi: Kyoko Kanda (1977 – Tokyo), Shimon Minamikawa (1972 – Tokyo), Takako Kimura (1974 – Chiba) e Nobuyoshi Araki (1940 – Tokyo).
DOVE: Galleria Zonca & Zonca – Milano
QUANDO: 15 settembre – 28 ottobre 2011
COSA: La mostra collettiva si prefigge di delineare il panorama dell’arte asiatica attuale attraverso alcuni dei suoi attori. Se non consideriamo le fotografie di Araki, unico “anziano” esposto, che non sono certo nuove o innovative, anche se a mio parere le sue polaroid di fiori sono sempre apprezzabili, ci troviamo di fronte ad una mostra abbastanza fresca e piacevole. Le opere di Takako Kimura rientrano nel cliché dell’estica da manga: scatole laccate in cui vengono disposti piccoli oggetti come pupazzetti e miniature di cibo. Si smarcano invece le tele di Kyoko Kanda in cui singoli elementi di un ritratto, l’acconciatura, piuttosto che il colletto di una camicia, diventano portatori di storie. Mentre le giovane Yulim Song riempie le pareti di ricami delicati e dipinti su seta. Opere intime e femminili la cui forza emerge se lette assieme, come fossero piccoli tasselli di un puzzle personale.
PERCHÈ: La scena dell’arte contemporanea, grazie alla globalizzazione, non ha più confini, la nostra conoscenza invece si, quindi è sempre utile avere dei quadri generali, seppur limitati. Alcuni sostengono che il futuro sia a oriente, e se le visioni estetiche di occidente e oriente sembrerebbero convergere, l’apparato culturale e sociale rimane discordante e il confronto dei due mondi attraverso il mezzo artistico è sicuramente stimolante.