Ecco a voi la consueta classifica di fatti e personaggi che non cambieranno di una virgola il nostro sgangherato mondo dell’arte.
1 I mille artisti del Padiglione Italia di Vittorio Sgarbi. Non si sa bene il loro numero esatto come non è certo chi abbia partecipato e chi no. La critica nazionale è insorta, quella estera ha sorriso con disprezzo, la storia dell’arte non ha visto e sentito nulla se non il tonfo della nostra scena del contemporaneo.
2 Oliviero Rainaldi e la statua di Papa Wojtyla. “Volevo evitare la retorica. Volevo che fosse una scultura e non una statua” ha dichiarato recentemente l’artista. Peccato che Roma non ha ben recepito il messaggio. Ed allora dagli addosso alla statua-orinatoio o statua garitta. Poi arrivano gli attacchi vandalici, le proposte di rimozione ed infine di ritocco. Non c’è pace per il povero Papa.
3 Antonio Manfredi, direttore del CAM di Casoria. Chiede asilo politico alla Germania e si offre di trasferire a Berlino tutto il suo museo. Angela Merkel, troppo impegnata a discernere sul suo posteriore non ha ancora risposto.
4 Il Castello di Rivoli. Tra buchi nel bilancio, tentate aste e mostre non meglio identificate, la prestigiosa istituzione piemontese si è trasformata nel vero e proprio museo volante non identificato del 2011.
5 Bob Dylan. Si, lo sappiamo che è un mostro sacro della musica internazionale ma per la sua mostra da Gagosian ha veramente toppato. Il cantautore ha presentato dei dipinti frutto dei suoi viaggi in oriente, peccato che le opere siano spudoratamente copiate da fotografie scattate da altre persone. Insomma Dylan ha viaggiato molto, ma solo su internet.
6 Paolo Baratta. Doppiato in corsa da Giulio Malgara. Tranne la sua poca grinta nel ridimensionare le follie di Vittorio Sgarbi (colpa di troppe pressioni dall’alto), non ha sbagliato quasi nulla. Era l’ultimo dei problemi del nostro mondo della cultura. Eppur…si epura.
7 L’Arte Povera. Dopo il gran rispolvero del Futurismo, il testimone è passato all’altra grande corrente tutta italiana. Peccato che dalle nostre parti il recupero di Futurismo ed Arte Povera è una pratica giornaliera.
8 Il MADRE di Napoli. Sperperi, buchi, scioperi. Napolicontemporanea se ne va e a perderci è l’intero Belpaese. Anche il MADRE quest’anno è stato intercettato come museo volante non identificato.
9 Gli artisti che hanno sbandierato il loro “no” al Padiglione Italia . Ad un certo punto è divenuto lo sport nazionale, tanto che quest’anno ha fatto faceva più figo dire “no” sui magazine di settore che sciorinare una presenza alla Biennale, del resto siamo in una Repubblica delle Banane piena di contraddizioni. Comunque sia, Ogni artista ha fornito le sue belle ragioni, a qualcuno non piacevano le pizzette del café dei Giardini ma alla fine la lista degli ammutinati si è rivelata talmente lunga da perdersi alla stregua di quella dei partecipanti.
10 La critica italiana. Non esiste e se esiste nessuno l’ha mai vista. Recensioni piene di complimenti, mostre da sballo, tutto-è-bello-tutto-ci-piace. Di eventi brutti o sotto la media in Italia non se ne fanno. Meno male, così nessuno dovrà correggersi o imparare dai propri errori.
Fabrizio Florian 13 Ottobre 2011 il 12:26
Bell’articolo…
aggiungerei però che definire Bob Dylan un mostro sacro della musica internazionale forse è eccessivo