C’era una volta un grande telo, uno di quelli usati per coprire le brutture causate dai lavori di restauro. Parliamo di un telo molto grande, circa 64 metri di lunghezza e 14 d’altezza. Questo telo si trovava a Modena, per circa quattro anni ha ricoperto il cantiere della Ghirlandina, divenendo un vero e proprio simbolo cittadino. Ma non si trattava di un telo comune, perché questo telo era in realtà un’opera d’arte creata dal grande Mimmo Paladino.
Alla fine di questa piccola fiaba si nasconde però una questione che forse non tutti hanno preso in considerazione: qual è il destino dell’opera di Paladino? Non si può certo buttarla via alla stregua di un telo di protezione qualunque. La cerimonia di rimozione del telo, con conseguente mostra della Ghirlandina ben ripulita e tornata ai colori di un tempo, è durata un giorno dalle 8.30 della mattina del 22 settembre 2011 fino alle 18.30. Il telo ha tenuto occupati gli operai per due ore, tanto si è dovuto faticare per ripiegarlo ed impacchettarlo .Una volta tolto, si è scoperto che il telo aveva mutato il suo bianco in un grigio tetro. Colpa dello smog, lo stesso male che aveva offuscato i bei colori della Ghirlandina. Riguardo le sorti dell’opera di Paladino, il sindaco Pighi ha dichiarato di volerlo restituire alla ditta che lo ha installato e che una parte è appunto deteriorata a causa di inquinamento ed intemperie.
Sempre Pighi ha aggiunto che l’opera verrà lavata e poi si vedrà. Si è parlato pure di far analizzare un frammento del telo per dar prova dell’alto tasso di inquinamento. Nelle ultime ore si sono invece fatte avanti ulteriori ipotesi: conservare l’opera o venderla a privati. C’è addirittura chi, come Marco Nardini della Galleria Mies, ne ipotizza un possibile riutilizzo per coprire un nuovo monumento. In ultima battuta c’è chi vorrebbe tagliarlo per farne borse o vestiti d’alta moda per signora. Insomma, speriamo solo che tra tutte queste possibilità, l’opera di Paladino non finisca nel cassonetto.