The Outside, prima personale di Becky Beasley che si inaugura il 16 novembre alla Galleria Francesca Minini di Milano, è il secondo capitolo della trilogia ‘Late Works’, la cui prima parte è stata presentata nel 2010. La trilogia si concluderà con un ulteriore progetto e una pubblicazione in tre parti nel 2012.
Il punto di partenza per The Outside è stato l’interesse di Beasley per Casa Mollino, un appartamento a Torino che Mollino comprò nel 1960 e che decorò per il resto della sua vita. Egli non vi abitò mai; la considerava piuttosto come un sepolcro per la vita dopo la morte. Essendo molto interessato al museo egizio di Torino sapeva bene che l’architetto reale Kha decorò la sua tomba nel tempo libero. Per questo Mollino, così come Duchamp nel suo Étant donnés (1946-66), passò gli ultimi anni della sua vita lavorando quasi segretamente su questo progetto.
L’appartamento rispecchia molte caratteristiche presentate in Utopia e Ambientazione, saggio di Mollino pubblicato su alcuni numeri successivi di Domus nel 1949 che svelava la sua filosofia decorativa profondamente trans-storica. In questo testo Carlo Mollino racconta la storia degli interni. Scrive in modo eloquente, in modo generale ma preciso, a volte con sprazzi di teatralità parlando di come culture differenti producano diverse esperienze di interni. Utopia e Ambientazione è sia un documento storico che un catalogo delle influenze personali di Mollino. Per la sua ricerca Beasley ha fatto tradurre questo testo in inglese per la prima volta. Un altro testo, Il Messaggio Dalla Camera Oscura, un libro scritto da Mollino anch’esso pubblicato nel 1949, riguarda la fotografia e funge allo stesso modo sia da catalogo che da raccolta storica delle influenze e dei pensieri di Mollino,
L’appartamento ha offerto a Beasley uno spazio tridimensionale attraverso il quale meditare più approfonditamente sul suo interesse verso la fotografia. The Outside è una mostra dove lavori fotografici incorniciati diventano opere scultoree. Le dimensioni delle cornici di cedro sono tutte basate sui progetti di un paio di porte scorrevoli che Mollino disegnò specificatamente per l’appartamento, ma che alla fine non realizzò perchè decise di utilizzare delle porte pieghevoli. Tre sculture verticali, Nolens Volens (u), (r), (i) sono presentate nella sala principale della galleria. Le stampe di pizzi biancho Chantilly sviluppate a mano dall’artista sono appese libere nelle loro cornici, il retro della stampa è visibile ma è sempre visto in relazione con l’immagine del pizzo del pannello adiacente. L’attenzione si sposta attraverso la superficie dell’immagine, le ombre si confondono nelle aree basse mentre vetri acrilici colorati danno ad alcune sezioni della fotogrofia un tono giallo pizzo e arancione delicato. E’ la prima volta che l’artista usa pannelli fotografici nelle sue composizioni scultoree in questo modo. Il titolo di questo lavoro, Nolens Volens, deriva dal latino e significa Nolente Volente, che è diventato il modo di dire: Volente o Nolente. Viene proposto un incontro casuale, nel quale non si prendono in considerazione le conseguenze; per Beasley Nolens Volens è un modo di considerare cosa potrebbe essere una foto senza fronte nè retro, semplicemente come un’esperienza senza queste opposizioni. Giallo è il colore dell’amicizia; arancione è il colore dell’affetto. Questo è The Outside.
Le sei opere appese al muro, Setting (C.A.) (R.L.) (O.M.) (O.L.) (L.I.) (N.O.), uniscono gli stessi pannelli fotografici di pizzo con frammenti di un oggetto progettato e poi riposto. A tratti diminuendo e poi espandendo la visibilità, come un gioco di carta cinese, l’opera sembra ripiegarsi su se stessa e formare un’altra opera, ogni lavoro è completo e allo stesso tempo è un frammento parziale. Non è tanto questione di ragionare riguardo ad un oggetto ma piuttosto di non definirne l’interno e l’esterno attraverso processi di incorniciatura, capovolgimento e ripetizione. Questo è The Outside.
Settings apporta un nuovo significato alla parola. Un plico di stampe litografiche offset della misura di una tovaglietta da ristorante e stampate con una sezione dell’immagine del pizzo di Chantilly esposto nella sala principale della galleria, sono disposte sul pavimento sopra un linoleum verde di 2 metri quadri. Queste tovagliette sono offerte come regalo ai visitatori. Il continuo ripetersi del disegno del pizzo permette alle sezioni di incastrarsi e unirsi ininterrottamente.