Mi aspettavo le macchine, invece mi trovo una sorta di Hana Bi occidentale, un fiore di fuoco violento e silenzioso, ricco di amore quanto ricco di odio. Il principio di Hana Bi di Kitano era la dolcezza e la violenza applicata alla vita. Hana Bi sono i fuochi di artificio, una cosa che esplode, che nasce dalla combustione ma che forma un fiore.
Il protagonista di Drive, il film del regista danese Nicolas Winding Refn non parla molto, quando gli chiedono che mestiere fa risponde: io guido. Guidando si guadagno da vivere: dal palo nelle rapine al meccanico fino allo stunt nei film pericolosi.
Conosce e attraversa la malavita e la dolcezza senza soluzione di continuità: si mette nei guai nel tentativo di cercare di aiutare (pensate un pò) il marito della donna che ama: per tirarlo fuori dai guai e sperare di dare a lei una vita migliore incasina involontariamente la sua stessa vita e di quelli che lo circondano.
Si trasforma in vendicatore e protettore, silenzioso e violento. Un mini eroe ma un eroe che combatte non può farlo con fiori e parole. Per amore di chiunque, di se stesso, di un amico, della donna.
Al contempo per odio. Esagererò: la Scandinavia incontra il Giappone nei non detti, nel sotteso, vede l’America da Est.