Mercoledì 16 novembre alle ore 19, negli spazi di Officine dell’Immagine di Milano, inaugurerà la mostra della giovane artista milanese Tamara Ferioli (Legnano, 1982). L’esposizione, curata da Francesca Alfano Miglietti (FAM), caratterizzata da una forte componente autobiografica, presenterà 20 nuove opere su carta intelata di diversi formati e un’inedita installazione ambientale sonorizzata da Fabio Bonelli di Musica da Cucina, laboratorio creativo PeopleFromTheMountains.
Gli Idola – errori della mente e della comunicazione umana, persuasioni e illusioni che sembrano diventare assiomi per poi crollare di fronte a nuove convinzioni – danno il titolo a questa personale, il cui corpo principale sarà costituito da disegni realizzati a matita. Il peculiare segno, secco e controllato, così come l’attenzione per la scelta dei dettagli e un processo creativo meditato e lento come un rituale, sono i tratti distintivi del lavoro della Ferioli. Elementi presi dalla natura come foglie, insetti, sassi, rami e capelli dell’artista stessa (che testimoniano la sua presenza in ogni opera) si riversano sulle carte giapponesi lavorate a mano, creando infiniti mondi, che nei lavori recenti diventano ancora più complessi e articolati. Grazie a un intreccio di narrazioni che si accompagnano alle storie principali, le singole entità si mescolano generando nuovi significati e diversi livelli di lettura, sviluppandosi su un fondo bianco che conferisce atemporalità alle scene.
La ricerca di Tamara Ferioli esprime, attraverso composizioni bidimensionali e opere installative, la complessità della natura e degli esseri umani. Aspetti della vita quotidiana (gioie e dolori, paure e piaceri) e narrazioni che spiazzano per il loro contenuto amaro e i particolari carichi d’inquietudine e profondo disturbo sono rivelati nel corso di un lungo viaggio onirico. In Danza Macabra, per esempio, le mani dell’artista si trasformano in rovi da cui delle spine fuoriescono come artigli; in Spirito di gravità, invece, una zanzara si appoggia sul suo polso pungendolo, mentre un compasso aperto sul palmo della mano traccia i cerchi del tempo che passa, richiamando gli anelli del tronco degli alberi.
Proprio questi ultimi saranno protagonisti dell’installazione site-specific – costituita da numerosi ceppi, tagliati ad altezze diverse, che trafiggono i volumi di un’enciclopedia – allestita nella sala sotterranea della galleria. La parola contenuta nei libri infilzati rappresenta la grande illusione dell’uomo di conoscere e spiegare tutto ciò che lo circonda; un tentativo perennemente disatteso, talvolta ostacolato da una natura capricciosa che non può essere classificata. Infine, una boule de neige – realizzata con insetti, fiori secchi e sassolini muniti di una minuscola serratura – accompagnerà l’installazione, ricostruendo un microcosmo che rimanda all’infanzia dell’artista e ne rivela la sua indole romantica e intimista. Le atmosfere distaccate e le dimensioni incantate che si legano alla realtà contraddistinguono tutta la produzione artistica di Tamara Ferioli che per questa mostra sperimenta, in un modo inedito e occasionale, l’uso di piccole tracce di colore.