CHI: Miriam Secco (Varese – 1981) è una giovane artista inquieta e determinata. Non sarà uno dei soliti nomi che girano quando si parla di giovani artisti, ma il suo percorso è coerente, solido e dimostra sempre più un’originalità sia formale che concettuale.
DOVE: Galleria Artopia – Milano
QUANDO: 17 novembre – 22 dicembre 2011
COSA: In mostra sono presentate undici maschere e un video-reportage delle relative performance. Ogni maschera è realizzata con la tecnica della tessitura a telaio, i materiali usati sono semplici e quotidiani: schotch, gommapiuma, reti di plastica, ramoscelli, ma le forme sono affascinanti e ricercate.
L’artista le ha indossate per undici brevi performance urbane: in questi luoghi disumanizzati (dalla metropolitana al parchetto) ha dato il via ad una serie di rituali della memoria, ogni momento del racconto è infatti simbolo di una delle case che ha abitato nella sua vita.
PERCHÈ: Si tratta di una mostra semplice visivamente, ma complessa concettualmente. L’idea del rito come passaggio e superamento delle fasi della vita. L’idea della maschera che cela la persona, ma al contempo la rende fragile. Il tempo che passa e si intreccia con i ricordi. La casa che protegge ed è forse l’unico luogo di espressione personale. Tutto racchiuso in queste undici sculture intrecciate che sono anche un bell’esempio di cultura del fare. Il video poi sdrammatizza e pone in rilievo allo stesso tempo, fotogrammi sgranati nei quali emerge la personalità dell’artista e il senso profondo di coinvolgimento nel progetto. La dimostrazione che non si deve essere noiosi per fare cose serie.