Nonostante siano passati quasi cinque secoli dalla scomparsa del pittore, incisore, matematico e teorico dell’arte Albert Dürer (Norimberga, 21 maggio1471 – Norimberga, 6 aprile1528), la Germania continua a elogiare il suo genio attraverso una mostra che riattualizza la sua serie di incisioni Apocalipse cum URI: La Rivelazione segreta di Giovanni (incisioni, 39x28cm; 1497-1498). Per la loro esecuzione Albert adoperò, come riferimento grafico, le illustrazioni della nona Bibbia tedesca, stampate per la prima volta a Colonia nel 1482 e successivamente pubblicate da Koberger nel 1483. La raccolta, composta da quindici xilografie, apparve per la prima volta nel 1498 in tedesco ed in latino. Successivamente, nel 1511, ne venne divulgata una seconda edizione.
Prendendo spunto da quest’ultima pubblicazione, la galleria Kunstverein Kreis di Gütersloh ha aperto la nuova stagione espositiva con la collettiva Ars Apocalipsis, curata da Malte Boecker e Henning Boecker. In questa sede l’insieme cinquecentesco è ospitato e messo in rapporto con i lavori dei ventotto artisti contemporanei invitati a confrontarsi e a reinterpretarne il contenuto religioso e le sue possibili visioni. Ogni opera presentata rivela simboli e stereotipi del XXI secolo, poichè la sensibilità propria delle menti chiamate a illustrare il soggetto apocalittico, è tale da percepire e denunciare la vicinanza imminente della nostra società al collasso.
In un’unica esposizione ritroviamo sia pittori affermati come Gerard Richter, sia giovani promettenti come l’italiano Lapo Simeoni (Orbetello, Grosseto, 1979; vive e lavora tra Roma e Grosseto), che nel 2002 ha studiato alla Foundation in Art and Design, presso la Central Saint Martins School of Art and Desing di Londra. Nel 2004 inizia ad esporre a Grosseto presso Art.Lab Contemporary Art Gallery, galleria che promuove la ricerca di giovani artisti emergenti. Ha all’attivo diverse mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Attraverso la pittura, installazioni, fotografia e wall-painting il toscano delinea le tematiche della sua riflessione: gli effetti del consumismo globalizzato, le trasformazioni urbanistiche, i simboli e stereotipi della storia italiana. Per l’occasione Lapo ha realizzato Apocalisse (olio su rame; 60x45x6 cm c.a.; 2011) utilizzando la tecnica, a lui cara, della sovrapposizione di più strati di colore per dar vita a una pittura corposa e materica. Dal fondo nero emergono figure ed oggetti disposti secondo la stessa composizione elaborata dal maestro tedesco. Tuttavia, il nostro connazionale ha eliminato la parte superiore dell’opera originale, ovvero il viso del santo, per annullare quel senso di sicurezza “apparente” legato al presente. Inoltre, spostando lo sguardo verso la zona inferiore l’occhio del fruitore è attratto da una fascia orizzontale in rame. La lucentezza del materiale di supporto, lasciato a vista, offre la possibilità ad ogni singola entità di “riflettersi-riflettere”, così da sentirsi collocata all’interno di un processo sociale. Tuttavia, la mancanza di rifrazione dell’individuo nella società attuale rappresenta quell’incertezza verso il futuro presente ormai ovunque.
I soggetti ritratti affiorano dall’oscurità attraverso spatolate decise, che fanno fuoriuscire il bianco e il fucsia sottostante. Linee tortuose definiscono i panneggi di S.Giovanni inginocchiato al cospetto del Signore accentuando la drammatica visione. Per Simeoni l’Apocalisse quotidiana si lacera e si evolve in una crisi economica e sociale mondiale, così come il dipinto ad olio su rame muta, attraverso il processo di ossidazione. Così, l’oggetto artistico si trasforma in un’opera antica, evidenziando il processo di involuzione che egli ritrova nella cultura consumistica attuale, dove il logoramento del tempo e le scelte umane scellerate già determinano il deteriorarsi della civiltà. Infatti, osservando il lavoro di Lapo, lo spettatore ha la sensazione che la pittura si stia sciogliendo davanti ai suoi occhi, sottolineando la precarietà del mezzo pittorico come del benessere reale.
Stessa percezione d’insicurezza è rintracciabile in Dürer tramite i caratteri che rendono unico il suo stile incisorio: la durezza della linea, i contorni definiti e decisi ed il forte contrasto tra bianco e nero, prodotto grazie al sistema graduale di tratteggi paralleli usato per dare maggiore corporeità ai personaggi. Le sue xilografie, anche se intagliate prima della Controriforma, anticipano il clima di inquietudine che emergerà nella seconda metà del Cinquecento e che riaffiora nella nostra epoca.
A completamento della rassegna sono state programmate una serie di visite guidate e conferenze.
Visite guidate: 13/10, 27/10, 10/11, 24/11 e 08/12 rispettivamente dalle ore 18:00.
Conferenze:
27 Ottobre 2011 dalle ore 19:00
APOCALILISSE – VISION HOROR E PROSPETTIVE FUTURE
Padre Gottfried Meier OSB, Koster Marienfeld
17 Novembre 2011 dalle ore 19:00
Dies irae, muore ila…
DÜRER “APOCALISSE” – EUROPEA fine dei tempi PAURE
PD Dr. Norbert Wolf, storico dell’arte e autore del nuovo Durer ragionato
13 Dicembre 2011 dalle ore 19:00
Apokalyptischen CECITA
Prof. Dr. Harald Welzer all’Università di Friburgo, autore di Autor von “Das Ender der Welt, wie wir sie kannten”