Il più famoso artista giapponese contemporaneo immerso nel suo ambiente di riferimento. Definito dal «Time» come «il più influente rappresentante della cultura giapponese contemporanea», Takashi Murakami è l’artista che ha stupito il mondo esponendo, nel 2010, il suo lavoro ultrapop nella solenne cornice della Reggia di Versailles. Nato nel 1962 in un quartiere popolare di Tokio, Murakami, dopo aver studiato a fondo e assimilato l’eredità della pittura classica del suo Paese, è riuscito nell’intento di coniugare la storia dell’arte del Sol Levante con il mondo del manga e degli anime, sintetizzando questo connubio solo apparentemente incredibile in una visione organica coerente: un universo dove l’inconscio collettivo esplicita le sue contaminazioni televisive e musicali nell’ambito di una nuova estetica superflat.
Mondo Bizzarro dal 3 dicembre rende omaggio al re indiscusso dello stile otaku, all’uomo su cui è ricaduta l’eredità ideale di Andy Warhol e al creativo capace di rivificare l’immagine di Luis Vuitton e persino di Google con una mostra dove, accanto a una selezione di serigrafie firmate dal Maestro, troveranno spazio un grande numero di tavole originale firmate dai più illustri rappresentanti del cartone animato giapponese. Figure come quelle di Daytan, Gundam, Daltanious, Rocky Joe e molte altre, messe in dialogo diretto con le opere di Murakami per un allestimento che sarà una vera e propria camera delle meraviglie ultracontemporanea. Nello stesso giorno la galleria inaugura anche la mostra di Yoko d’Holbachie dal titolo Cotton Party. Nata a Yokohama, in Giappone, nel 1971, Yoko d’Holbachie si è mossa a lungo nel mondo della grafica, dell’illustrazione e del design prima di imboccare con decisione la strada dell’arte visiva. E dal 2008, data della sua prima esposizione negli Stati Uniti, fino ai nostri giorni, questa originale artista giapponese ha bruciato le tappe, esponendo nelle più importanti gallerie del mondo e conquistando la copertina della prestigiosa rivista «Hi-Fructose».
Perfetto connubio di popsurrealismo californiano e giapponese stile kawaii, il lavoro di Yoko d’Holbachie è caratterizzato da una sorte di introspezione psicadelica, una vena da vibrante maestro del colore in grado di incendiare tele dove, ciò che sembrano essere luci di videogame, illuminano paesaggi immaginifici e commoventi, dando vita a personaggi fantastici eppure impossibili da dimenticare.