Siete giovani e morite dalla voglia di intraprendere la carriera d’artista? Beh le soluzioni qui in Italia non sono poi tante, nello specifico o si comincia da autodidatta e si intraprende una lunga strada costellata da studi ed esperienze in proprio o si frequentano i vari licei, i vari istituti d’arte e le varie accademie sparse sul territorio che vi dovrebbero orientare al meglio nella giungla artistica.
Quest’ultima ipotesi (almeno dalle nostre parti) è in tutto e per tutto simile alla prima, ossia pur avendo intrapreso dei percorsi didattici e formativi, i poveri giovani virgulti devono per forza di cose studiare e far esperienze in proprio. Programmi vetusti e poca malleabilità nell’insegnamento delle varie materie sono infatti delle vere e proprie piaghe che devastano il povero studente. Chi è dotato di un istinto creativo particolarmente accentuato finisce per esser uniformato agli altri, chi emerge per estrosità e carattere deve essere livellato, un poco come quando ai mancini veniva imposto a suon di bacchettate l’uso della destra, poiché la sinistra era considerata la mano del diavolo. Inutile aggiungere che questo non succede in tutti gli istituti scolastici della pubblica istruzione ma le mosche bianche sono veramente poche.
Il confronto con le istituzioni all’estero è improponibile, questo poiché in passato un nutrito drappello di giovani artisti è stato pescato proprio da università ed accademie, basti pensare a ciò che ha fatto Saatchi con la generazione Young British Artists. Inutile poi elencare le varie mostre di fine anno, le borse di studio, le residenze ed i vari programmi di avviamento alla carriera di artista di cui dispongono le suddette istituzioni oltre confine. Ed allora i nostri giovani virgulti cosa dovrebbero fare, abbandonarsi ad una triste fine? Che dire, bisogna camminare con le proprie zampette cercando di farsi influenzare il meno possibile ed ascoltare i buoni consigli di chi ha già un’esperienza comprovata. Purtroppo in Italia un figlio che vuol fare l’artista è ancora una possibilità percepita come una disgrazia.
Micol Di Veroli