La galleria Alfonso Artiaco di Napoli inaugura il 16 dicembre due mostre: la mostra personale di Craigie Horsfield e nel Project space la mostra di Melissa Kretschmer. Craigie Horsfield (nato a Cambridge nel 1949) è uno dei principali artisti contemporanei nel campo dei progetti sociali: il suo lavoro ha aperto la strada ad una significativa evoluzione dei concetti di comunità e di individuo che hanno influenzato molti artisti che, dopo di lui, si sono cimentati in questo campo.
Le opere di Horsfied spaziano tra diversi media: dai video alle installazioni, dalla fotografia alle sound installation fino ad arrivare alle performance, ciascuno posto sempre in un rapporto dialogante con l’altro ed utilizzati per una costante riflessione sui concetti di “relazione” e di “slow time”, di cui è riconosciuto come l’autore più influente. Per “relazione” Horsfield intende l’idea secondo la quale ciascun individuo si genera attraverso le relazioni che intesse con gli altri per creare un nuovo individuo che si sostanzia in ciascun incontro ed in ciascuna conversazione. I progetti sociali, le installazioni i suoi video o gli arazzi, sono tutti legati dalla costante speculazione sulla nozione di “relazione”, sia nel suo divenire, sia come racconto.
Horsfield è stato anche il primo artista a realizzare foto di grandi dimensioni così come il primo a produrre arazzi seguendo la tradizionale tecnica fiamminga i quali, nella loro elaborazione formale, esistono solo come forma radicale di arte contemporanea.
Per la mostra presso la Galleria Alfonso Artiaco, verrà presentata una selezione di lavori del “Napoli Conversation project”, il più recente ed ambizioso progetto a cui Horsfield ha lavorato dal 2008 ad oggi, in collaborazione con Moonbow gruppo di produzione napoletano.
Durante questi anni sono stati realizzati oltre cento ritratti di napoletani legati alla città per la loro storia o per il loro lavoro ai quali si sono affiancati video, foto e conversazioni create, sia durante situazioni di gruppo, che attraverso singoli ritratti. Un racconto della storia della città e dei suoi abitanti di cui potremo ammirare due straordinari arazzi di notevoli dimensioni – The Arcyconfraternity of Santa Monica, Piazza Sant’Antonino, Sorrento. April 2010 e “At 99 Posse concert”, via Gianturco, Naples. February 2010 – oltre ad alcuni ritratti e nature morte.
L’artista americana (nata in California a Santa Monica nel 1962), Melissa Kretschmer, torna alla galleria Artiaco dopo la sua prima personale nel 2008 con una selezione di nuovi lavori. I suoi bassorilievi o assemblages, creati da una sovrapposizione di superfici, di elementi naturali come la cera d’api, la grafite, carta e compensato, sempre in bilico tra pittura e scultura, saranno arricchiti da un elemento nuovo la pellicola Dura-Lar.
“Questi ultimi lavori sono una continuazione dei miei Plane Series con una leggera variante… l’introduzione di un nuovo materiale, pellicola Dura- Lar. Mi sono imbattuta in questo materiale per puro caso in quanto ho comprato quello che pensavo fosse un pacchetto di carta traslucida scoprendo invece che si trattava di teli di plastica, una valida alternativa di acetato utilizzato dai grafici. Cos’altro fare se non cercare di utilizzarlo nel lavoro in qualche modo? Di solito la plastica non si associa ad un medium con una base d’acqua come la gouache… a meno che, come ho scoperto, si dipinge alternativamente la superficie e la si leviga con un tovagliolo di carta e si ripete il processo fino a quando la materia fluida inizia ad aderire ad essa, come per la carta. Così sono stata in grado di preparare grandi fogli folti, grigi, traslucidi che potevo tagliare e usare come un altro materiale per il collage nelle opere.
Nonostante la sottigliezza del materiale, esso possiede una maggiore presenza fisica di un mero mantello di gouache direttamente steso sulla superficie del lavoro. Siccome effettivamente la superficie dipinta è sulla parte inferiore dello spessore creato da questa aderenza, essa comunica una differente sensazione rispetto se fosse fluttuante sulla parte superiore. Esso diviene sepolto all’interno, dentro alla più superficiale delle profondità.
Un nuovo elemento, un’altra nota, un accordo variegato, un sottile cambiamento in una serie sulla quale sto lavorando da qualche tempo … si percepisce come un nuovo, altro, anche se ancora familiare, un insieme di sequenze … da qui i riferimenti dei titoli alla musica. I termini non sono specifici per ogni lavoro, ma attribuiti in base alla sensazione di un momento.”
(Melissa Krteschmer, 7 dicembre 2011)