Nuova Gestione: l’arte si riappropria dello spazio urbano

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Martedì 20 dicembre si è tenuta la presentazione del progetto Nuova Gestione a cura del collettivo Sguardo Contemporaneo. L’evento si prefiggeva di illustrare le dinamiche di un progetto ambizioso che si inserisce nel più ampio contesto di riqualificazione di spazi urbani dove il vissuto quotidiano è messo in relazione con le realtà artistiche contemporanee sempre più altrimenti circoscritte in ambiti istituzionali ed elitari.

L’obiettivo di questo gruppo di giovani curatori e storici dell’arte costituitosi come associazione nel 2007 e già noto per precedenti interventi curatoriali e per la gestione di un magazine di approfondimento on line, consiste più specificatamente nella riqualificazione di locali commerciali sfitti al Quadraro. Il quartiere, un tempo importante luogo commerciale per la presenza dello stabilimento cinematografico di Cinecittà e successivamente presidio antifascista, è poi diventato quartiere popolare atto ad accogliere immigrati in prevalenza dal sud Italia ma anche spunto letterario per il genio di pasoliniano.

Il progetto prevede nello specifico l’intervento site-specific di sei artisti Marco Bernardi, Margherita Moscardini, Luana Perilli, Lino Strangis, Elisa Strinna e Angela Zurlo in sei locali commerciali in disuso. Lo scopo dell’intervento consiste in particolar modo nella realizzazione in situ delle opere, generando così un contesto dinamico di interscambio con la realtà circostante. Gli interventi che verranno inaugurati l’8 febbraio 2012 e saranno visitabili sino al 18 febbraio, saranno integrati da eventi collaterali.

La presentazione è  stata un primo step in cui artisti e curatori hanno avuto modo di relazionarsi col pubblico ed in particolare con gli abitanti del quartiere e con i proprietari dei locali in questione. Al collettivo va l’indubbio merito di aver costituito un’associazione giovane e solida, mossa dalla volontà di liberare il contemporaneo dall’atrofia che sembra ormai caratterizzarlo e capace di instaurare un dialogo con le realtà sociali meno avvezze alla sua ricezione; a noi non resta che augurarci che queste iniziative abbiano un lungo seguito.

Daniela Cotimbo

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