Giornalista, critico, saggista, esperto di economia dell’arte e perfino artista. Questo il profilo professionale di Paolo Manazza, artefice della ormai lungamente discussa lista di artisti/consigli per gli acquisti apparsa sull’inserto Come investire nel 2012 del Corriere della Sera lo scorso lunedì 9 gennaio. Insomma verrebbe da dire che il bravo Manazza è un vero e proprio Player Manager alla Greame Souness, per intenderci, ma non è questo il punto focale della questione.
Ora noi non stiamo qui a disquisire sui nomi, sui presenti o gli esclusi od altro meccanismo mentale che ha portato alla composizione della lista. Quello che si dovrebbe prendere in considerazione è il reale impatto che una tale operazione potrebbe avere sul mercato italiano e sui collezionisti attualmente in cerca di un reale e soprattutto solido investimento. La lista redatta da Manazza è in realtà una classifica squisitamente personale, con tanto di quotazioni difficilmente dimostrabili usando l’unità di misura del mercato internazionale. Molte delle quotazioni degli artisti, seppur molti essi siano realmente dotati di grandi qualità creative (e meriterebbero vetrine ben più blasonate) ed abbiano più volte calcato le scene delle fiere nazionali, non possono essere confrontate con le reazioni del resto del mercato mondiale. Questo poiché molte delle loro opere non sono mai comparse in manifestazioni come Frieze, Basel o quanto altro. Tali artisti non figurano nelle statistiche delle più importanti vendite all’asta, altro grande termometro del mercato.
Difficile trovare la maggior parte degli artisti presenti in lista su altre statistiche redatte da Artprice o Art & Auction, stiamo quindi parlando di dati che di certo non saranno inclusi nel Mei Moses Fine Art Index. Molti degli artisti citati non hanno mai partecipato ad importanti mostre museali o in gallerie private oltreconfine (solo shows o collettive). Ne consegue che il collezionismo internazionale conosce a malapena una piccola parte della famigerata lista Manazza. Il collezionista non ha quindi garanzie certe.
Manazza pone le mani avanti e precisa che queste sono solamente delle scelte personali ma quando queste appaiono su un inserto intitolato Come investire nel 2012, edito da uno dei più popolari quotidiani nazionali, bisognerebbe star attenti a ciò che si scrive. A volte con l’intento di far un favore a determinati artisti o gallerie si corre il rischio di danneggiare un sistema fondato sulla serietà e sul duro impegno degli stessi/delle stesse.