La mostra John Latham / Lee Ufan che inaugura il 10 febbraio la Lisson Gallery di Milano presenta il lavoro di due artisti rivoluzionari, conosciuti per il loro rigore concettuale e teorico. Ognuno a suo modo, John Latham e Lee Ufan testimoniano la continua indagine rivolta alla comprensione dell’universo e delle leggi che lo dominano.
John Latham (Livingstone, Zambia, 1921-2006) – Gli spazi della galleria sono dedicati alla presentazione di lavori creati da John Latham nel corso di 40 anni, e che rivelano le profonde riflessioni dell’artista sulla tematica umana. Latham concepiva il proprio lavoro come un articolato e complesso sistema che trova, da una parte, espressione visiva nei book reliefs (dipinti che incorporano libri), negli assemblages, nei film e nelle performance e, dall’altra, forma teorica nelle riflessioni concettuali e negli scritti dell’artista.
Fondata sulla Teoria Quantistica, la ricerca teorica di Latham ha come obiettivo primario il superamento della tradizionale distinzione tra materia e coscienza. Latham sostiene l’esistenza di un sistema onnicomprensivo, che ha la capacità di descrivere ogni cosa nell’Universo – tanto gli oggetti inanimati quanto gli esseri viventi – come eventi dalle precise caratteristiche “time-bases” (intervalli temporali), concetto che l’autore elabora nella “Time-Base Theory”.
Lee Ufan (Haman-gun, Corea, 1936) – Lee Ufan è considerato come uno dei maggiori esponenti del gruppo d’avanguardia Mono-ha (Object School), attivo in Giappone alla fine degli anni ’60. La scuola di pensiero Mono-ha rifiuta la modalità di rappresentazione imposta dal pensiero occidentale, preferendole “l’arte dell’incontro”, che mette in relazione le profonde riflessioni dell’artista con la realtà esterna e che si focalizza sulla giustapposizione di materiali non lavorati. Lee è conosciuto sia per le sue opere pittoriche e per le sue sculture così come per il contributo fornito alla letteratura come poeta e scrittore. Alla base della pratica artistica di Ufan si trova il concetto orientale dell’individuo che si identifica attraverso la relazione con l’altro e si differenzia dalla nozione occidentale dell’Ego.
Due sculture di Lee Ufan sono esposte nel giardino esterno alla galleria, entrambe appartengono alla serie Relatum, combinazioni di pietre non lavorate e lastre di ferro rettangolari di provenienza industriale. Le sculture esprimono il concetto di “Yohaku” o spazio di risonanza, caro a Ufan, che spiega come la forza e l’energia scaturisca da uno spazio vuoto piuttosto che dall’intervento dell’artista. “Se pongo un forte accento sullo spazio, combinando una pietra naturale con una lastra di ferro neutra, l’aria intorno all’opera, piuttosto che l’opera stessa, acquista densità e il luogo dove questi oggetti sono posti si rivela chiaramente come un mondo aperto”.