Un David Hockney da record zittisce Damien Hirst ed i detrattori della pittura

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La recente polemica tra David Hockney e Damien Hirst è apparsa su tutte le prime pagine dei magazine d’arte contemporanea del globo. In realtà gli attacchi sono partiti da Hockney ed Hirst non ha commentato. Tutto è iniziato quando Hirst ha dichiarato di aver prodotto personalmente solo i primi spot paintings ed aver in seguito passato la palla ai suoi assistenti: “Gli spot paintings mi annoiano e poi i miei assistenti li fanno meglio di me. Senza di loro sarei proprio finito” aveva dichiarato il folletto della Young British Artists.

Udendo tali parole il buon vecchio Hockney è montato su tutte le furie ed ha inveito contro il suo collega, affermando che un vero artista lavora con le proprie mani ai dipinti: “ La factory di Damien Hirst è letteralmente un insulto alla produzione artistica. Un vero artista produce le opere di suo pugno” ha dichiarato Hockney e non pago di ciò ha fatto scrivere sulle locandine della sua mostra alla Royal Academy di Londra il messaggio: “Tutte le opere sono state create dall’artista stesso”. Ebbene sembrerebbe che questa polemica abbia comunque giovato ad Hockney e mentre la mostra plurima di Hirst in tutte le gallerie Gagosian del mondo è stata accolta da critiche piuttosto freddine, la personale del vecchietto più arzillo del mondo dell’arte contemporanea sta andando a gonfie vele. La mostra di Hockney si è infatti aperta da pochissimo tempo ed è stata salutata con un bagno di folla senza precedenti, anche il botteghino parla chiaro: l’artista è riuscito a raggiungere performances degne di Paul Gauguin o Leoanrdo da Vinci.

Anzi, ad esser precisi, i vertici del museo hanno da poco annunciato che la mostra del pittore ha praticamente esaurito tutti i biglietti sino al mese di marzo del 2012.  Insomma, a quanto pare di amanti della pittura “fatta a mano” ne esistono ancora molti, un vero e proprio smacco per il folletto Hirst che si consolerà comunque con le sue vendite ultramilionarie ma soprattutto una sonora batosta a tutti quelli che declamano a gran voce la morte della pittura.

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