Dal 5 febbraio al 6 maggio 2012, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici invita Jean-Marc Bustamante (nato nel 1952) in una mostra che vuole presentare una selezione del suo lavoro degli ultimi trent’anni incentrata sulla nozione di luogo. A questa selezione, l’artista ha deciso di associare una scelta di opere (quadri e disegni) del pittore olandese Pieter Jansz Saenredam (1597 – 1665) e ha proposto di insistere su una relazione attenta con gli spazi ideati da Balthus (1908 – 2001) quando era direttore di Villa Medici, dal 1961 al 1977, attraverso la creazione di una serie di quattro Pitture (Peintures) per il Grand Salon.
Alla fine del 1970, Jean-Marc Bustamante è stato uno dei pionieri della fotografia a colori su grande formato. La sua serie, paradossalmente intitolata Tableaux (Quadri) portava un nuovo modo di creare e pensare la fotografia, praticata anche dai fotografi della Scuola di Düsseldorf e da quelli di Vancouver. Dall’inizio degli anni ’80 ha ampliato il suo lavoro passando dalla fotografia, che comunque continua a utilizzare e a mettere in mostra, alla scultura, alle istallazioni e più recentemente alla pittura (rappresentata attraverso serigrafie su pannelli di plexiglas di dimensioni monumentali). Negli spazi della mostra di Villa Medici, Jean-Marc Bustamante presenterà una selezione del suo lavoro, dando vita così ad una sua prima retrospettiva in Italia, nella quale saranno presentate alcune opere di Pieter Jansz Saenredam (quadri e disegni), prestate dai più grandi musei europei. Saenredam ha passato tutta la sua vita a disegnare e dipingere all’interno di chiese, olandesi ma anche romane, dove la nudità acuta degli spazi è accentuata da esercizi di prospettiva rigorosi e dalla presenza di oggetti geometrici.
Non esiste una relazione diretta tra Jean-Marc Bustamante e Saenredam piuttosto un’ascendenza intuitiva e sensibile di cui i visitatori della mostra potranno fare esperienza. Le loro opere propongono, ognuna a modo suo, una dualità costante tra le informazioni che percepisce l’occhio e la ricostruzione astratta di un luogo, tra la rappresentazione distanziata per una necessità di oggettività ed il piacere estetico.
Nelle opere di Bustamante, i luoghi sono sempre osservati da lontano. Generalmente svuotati della presenza umana e chiusi su loro stessi, visibili solo grazie a una proiezione mentale o fisica. La serie dei Sites dell’inizio degli anni ’90, sculture monumentali in acciaio di cui i due esemplari maggiori saranno presenti in mostra, ne costituisce la formulazione insieme emblematica e programmatica. Questo concetto trova i suoi prolungamenti nelle Peintures e nei Trophées del 2000, che rinnovano la forma del quadro astratto. Durante le sue visite a Villa Medici, Jean-Marc Bustamante è stato particolarmente sensibile ai muri monocromi dipinti da Balthus in alcune delle stanze dell’edificio rinascimentale. In occasione della mostra, Jean-Marc Bustamante crea una nuova serie di Peintures di grandi dimensioni, i cui toni sono stati concepiti per giocare con quelli dei muri di Balthus sui quali saranno apposti.
In seguito alla mostra che, nel 2010, aveva associato le opere di Ellsworth Kelly a quelle di Jean-Auguste-Dominique Ingres, Jean-Marc Bustamante – Villa Medici è basata sul confronto di un artista del passato e il lavoro di un’artista di oggi. Questo principio sottolinea che l’identità di Villa Medici è rimasta la stessa a partire dalla sua creazione nel XVI secolo grazie ai legami fecondi coltivati tra le creazioni contemporanee e la storia.