Con l’arte non si mangia, l’arte è un bene di lusso, l’arte non è necessaria. Chissà quante volte avrete sentito queste parole negli ultimi tempi. La classe politica le ripete come una litania e via di corsa a tagliare i fondi dedicati alla nostra beneamata cultura. In Italia la situazione in cui versano i beni culturali è oramai tristemente nota ai più ma anche negli altri stati europei, come la Gran Bretagna ad esempio, quando si tratta di far cassa si guarda sempre a limitare il budget dedicato ad arte e affini.
Anche negli States però le cose non cambiano ed il candidato repubblicano per la presidenza Mitt Romney ha già annunciato di voler eliminare ogni programma governativo per le arti che non sia strettamente necessario. E dire che il National Endowment for the Arts ha già ricevuto un bel taglio netto al 6% per un totale di 146 milioni di dollari. Insomma l’arte non è un buon affare. Eppure le nostre città d’arte attirano frotte di visitatori ogni giorno, aste, fiere e quanto altro spostano ingenti capitali, l’indotto ha una sua precisa struttura dalle gigantesche proporzioni. Oltre questo però bisognerebbe mettere in conto che l’essere umano non può sopravvivere senza arte. In questi ultimi giorni (in Spagna) un team guidato dallo speleologo José Luis Sanchidriàn ha rinvenuto un graffito eseguito almeno 42.000 anni or sono, vale a dire 10.000 anni prima di quelli trovati nella grotta di Chauvet-Pont-d’Arc, quella immortalata da Werner Herzog nel suo ultimo capolavoro Cave Of Forgotten Dreams, per intenderci.
A ben riflettere l’arte è la massima espressione dell’intelletto umano che con l’uomo nasce ed aiuta l’uomo a crescere. Ciò mi sembra molto simile ad una forma di alimentazione ed è palese che per il nostro lontano amico Homo Sapiens Sapiens esprimersi o comunque comunicare attraverso metodologie creative non era certo un lusso. Casomai un’urgenza da soddisfare con ogni mezzo a disposizione. Ed allora, se per il nostro amico cavernicolo l’arte era così importante non vedo perchè non dovrebbe esserlo anche per noi.
Micol Di Veroli