Nel precedente articolo abbiamo parlato, tra l’altro, della disastrosa condizione in cui versano le nostre biblioteche. Si faceva appunto riferimento alla mancanza di personale, di tomi e di spazio. Se in Italia le biblioteche pubbliche non vanno affatto bene, in Inghilterra queste preziose istituzioni hanno subito una sostanziale trasformazione con gli Idea Stores. Si tratta di biblioteche organizzate come strutture commerciali dove vengono offerti servizi più attraenti e contemporanei come learning centers, caffè, connessione internet e soprattutto una ricca scelta di libri nuovi di zecca.
Un’altra proposta per svecchiare un servizio ormai poco appetibile dalla popolazione locale, arriva dagli Stati Uniti e più precisamente da Los Angeles, dove l’artista John Locke ha deciso di rimodernare sia il concetto di biblioteca che quello di servizio pubblico, praticamente come prender due piccioni con una fava.
Locke non ha fatto altro che aggiungere degli scaffali alle cabine del telefono (che oggi quasi nessuno usa più) e porre su dei ripiani una serie di libri a disposizione degli “utenti”. L’artista ha intenzione di riprodurre una situazione simile a quella del bookcrossing. L’idea di base del bookcrossing è infatti quella di lasciare un libro in un qualsiasi ambiente urbano o naturale e metterlo così a disposizione di chi lo trova.
Il fortunato scopritore del tesoro letterario dovrà in seguito far girare il medesimo libro (dopo averlo letto) o in alternativa proporne uno nuovo alla comunità dei bookcrossers. John Locke ha intenzione di riconvertire tutte le cabine del telefono inutilizzate in postazioni piene di libri, dei piccoli hub culturali in linea con la velocità della vita metropolitana. L’esperimento di Locke è stato tentato per la prima volta in assoluto a New York ma non ha funzionato granché, sarebbe a dire che i libri presi in prestito non sono mai tornati indietro. A Los Angeles le cose sono andate come i piani prestabiliti. Vedremo se questo progetto continuerà o rimarrà solo un sogno nel cassetto.